passiamo all'Austria con Carlo V
Margherita d'Austria, o d'Asburgo (Audenarde, 28 dicembre 1522 – Ortona, 18 gennaio 1586), era figlia naturale dell'imperatore Carlo V. Fu duchessa di Parma e Piacenza e governatrice dei Paesi Bassi (1559-1567).
Margherita nacque ad Audenarde, nelle Fiandre, dall'Imperatore Carlo V e da Giovanna Van der Gheynst, figlia di un lavorante di arazzi. Fu legittimata dal padre ed educata secondo i dettami previsti dal suo rango. La sua precettrice fu Margherita, figlia di Massimiliano d'Austria, governatrice dei Paesi Bassi.
In un’epoca caratterizzata da guerre politiche e di religione che infiammavano l’intero continente, essa divenne una pedina fondamentale nel gioco delle alleanze. Ben due papi, Clemente VII e Paolo III la legarono al papato ed alle loro famiglie. Nel 1533 ebbe in dote i feudi di Penne, Campli, Leonessa, Cittaducale e Montereale e fu promessa ad Alessandro de' Medici, duca di Firenze, che per poterla sposare dovette attendere ancora qualche anno. Il loro matrimonio non fu felice a causa del carattere e della sregolatezza del marito. Comunque, nel 1537 Alessandro fu assassinato dal cugino Lorenzino de' Medici e così Margherita fu nuovamente libera.
La condizione di vedova di Margherita convinse Paolo III, nel 1538, a chiedere la sua mano per il nipote Ottavio, figlio di Pier Luigi Farnese e duca ereditiero di Castro. Ma Margherita, allora diciassettenne, dopo essere stata duchessa di Firenze, aspirava a ben altro che a sposare Ottavio che aveva solo quindici anni. Margherita non amava Ottavio Farnese e non lo riteneva degno dei suoi natali, anche se il papa cercava di accumulare su di lui onori, cariche e ricchezze. Dovendo, tuttavia, cedere per ragioni di Stato, si presentò a Roma vestita di nero palesando a tutti che tale imposizione non le piaceva.
Il matrimonio fu celebrato il 4 novembre nella Cappella Sistina alla presenza del papa stesso. Paolo III si adoperò affinché venisse risolta in favore della nipote acquisita anche la questione della liquidazione dei beni di proprietà di Alessandro de’ Medici presenti a Roma (tra i quali Villa Madama, che da lei prese il nome, a Monte Mario). L’unione non si rivelò, comunque, felice, sia a causa di Margherita che cercò in tutte le maniere di non consumare il matrimonio (anche a causa di una sua preferenza per le donne che fece molto discutere i suoi contemporanei) e che sognava continuamente la corte medicea, sia a causa della scarsa comprensione e della mancanza di delicatezza di Ottavio. Secondo i dispacci che aggiornavano Carlo V sul menage della coppia sembra che Paolo III e Pier Luigi facessero di tutto per risollevare Margherita, mentre Ottavio conduceva una vita notturna certamente non degna di un nipote del papa.
Nel 1545 ci furono due avvenimenti fondamentali: l'erezione del ducato di Parma in favore di Pier Luigi Farnese, con la conseguente investitura del ducato di Castro per Ottavio e la nascita di due gemelli. Margherita rimase duchessa di Castro fino al 1547, anno della morte di Pier Luigi ed anno in cui Ottavio assunse la carica di duca di Parma. Il 27 agosto 1545 nacquero Carlo ed Alessandro. Il loro battesimo avvenne nella Basilica di Sant'Eustachio, alla presenza di diciannove cardinali e con padrini d’eccezione: Carlo V e la regina di Francia.
Il 1547, anno nefasto per la morte di Pier Luigi, fu invece l’anno in cui la coppia Margherita Ottavio si rinsaldò: il coraggio dimostrato da Ottavio nel riconquistare Parma quando sia l'Imperatore che il papa erano contro di lui portarono Margherita a schierarsi decisamente in favore del marito, con il quale subentrò una intesa amichevole e comprensiva.
Durante la guerra di Parma combattuta tra Ottavio, alleato del re di Francia, ed il papa, alleato di Carlo V, Margherita restò sempre presente in città, come presenza di conforto per i parmensi. Dopo la guerra, l’imperatore, sentendo la morte avvicinarsi, raccomandò Margherita al fratellastro Filippo II di Spagna, che attuò una politica di avvicinamento al duca di Parma. Tra gli accordi che furono presi ci fu la clausola che il figlio Alessandro doveva essere posto sotto la tutela del re di Spagna. Nel 1556 Margherita in persona accompagnò Alessandro a Bruxelles, dove si trovava Filippo II.
Nel 1559, Filippo II la nominò governatrice dei Paesi Bassi, che erano in rivolta contro la dominazione spagnola. Margherita partì da Piacenza il 25 maggio tra le acclamazioni della folla. Quando giunse a Gand il re la presentò agli Stati Generali e le conferì pieni poteri. Cercò una mediazione per evitare che scoppiasse una rivolta, mitigando la politica anticalvinista che portava avanti Filippo II, sperando di avvicinare gli elementi più moderati della società fiamminga all'autorità reale. Purtroppo si arrivò al conflitto, che fortunatamente, terminò in suo favore e vennero ristabiliti sia l’autorità reale che il culto cattolico. Tuttavia i contrasti col fratello la spinsero a chiedere il termine dell’incarico. Fu sostituita nel governo dal duca d'Alba.Nel 1568 fece ritorno in Italia per stabilirsi nei suoi Feudi d'Abruzzo che cominciò ad amministrare direttamente. Dopo un breve soggiorno a Leonessa decise di dimorare a Cittaducale dove si trattenne fino al 1572 per poi trasferirsi all'Aquila di cui era stata nominata Governatrice. Durante il periodo trascorso a Cittaducale, Margherita diede ulteriori prove delle sue eccellenti capacità amministrative dando impulso all'economia locale e alla cultura e risolvendo delicate questioni territoriali. A Cittaducale risiedette nel Palazzo della Comunità che per l'occasione venne ristrutturato dall'architetto Jacopo Barozzi detto il Vignola. Tornò ancora per un breve periodo, dal 1579 al 1581 nelle Fiandre, affiancando il figlio Alessandro come governatrice di quel paese, ma a causa della sua ostilità, Filippo II ne revocò la nomina il 13 dicembre. Morì ad Ortona, in Abruzzo, all’età di 64 anni, lo stesso anno di suo marito, il 1586. Fu sepolta a Piacenza nella Chiesa di S.Sisto.
Le piaceva chiamarsi e farsi chiamare "Madama". Per tale motivo il suo palazzo romano, ereditato dai Medici si chiama Palazzo Madama e per lo stesso motivo ci sono una Villa Madama a Monte Mario ed un paese in provincia di Roma, Castel Madama dove ogni anno nella seconda settimana di luglio si celebra in suo nome il Palio di Madama Margarita.
FedeTere
e non dimentichiamoci di quel figaccione di Giovanni!
L'infante don Juan de Austria, italianizzato in don Giovanni d'Austria (Ratisbona, 24 febbraio 1547 – Bouges, 1 ottobre 1578), fu condottiero e diplomatico spagnolo. Figlio illegittimo dell'imperatore Carlo V d'Asburgo, don Giovanni è ricordato per la sua carriera militare che lo vide al comando della flotta della Lega Santa con la quale sconfisse gli Ottomani nella battaglia di Lepanto del 1571.
Nato a Ratisbona, Germania, da Carlo V e Barbara Blomberg, figlia di un uomo della classe media cittadina, don Giovanni crebbe nell'anonimato in Spagna col nome di Jerónimo, e fu soprannominato Jeromín. Seguendo l'ultimo volere del padre, il re Filippo II riconobbe don Giovanni come suo fratellastro, e gli diede una rendita ma non gli diede mai il titolo di Infante, e a corte veniva solo chiamato eccellenza. Filippo avrebbe voluto indirizzare don Giovanni alla carriera ecclesiastica, ma non fu capace di placare l'attrazione di questi al mondo militare. Il primo incarico di don Giovanni fu nel 1568 contro i Pirati barbareschi; il suo successo gli permise una rapida ascesa al comando delle forze spagnole contro la ribellione dei Moriscos a Granada.
La tomba di don Giovanni all'Escorial, Spagna.
Nel 1571, all'apice del prestigio di don Giovanni, Filippo lo mise a capo della flotta della Lega Santa schierata contro l'Impero Ottomano che partì dal porto della città di Messina. Don Giovanni, proprio grazie al suo forte carisma, fu capace di riunire, anche grazie al Papa Pio V che tale Lega tanto perorò, una coalizione estremamente eterogenea e infliggere una sconfitta di proporzioni storiche ai Turchi Ottomani nella battaglia di Lepanto . Questa vittoria infiammò le ambizioni di don Giovanni, ma Filippo era restio a concedere al suo fratellastro un ruolo troppo importante nella politica europea: lo nominò governatore dei Paesi Bassi spagnoli nel 1576, sperando che questo incarico appagasse le sue mire e limitasse il suo desiderio di potere; Giovanni accettò solo a patto che gli fosse permesso di sposare Maria I di Scozia, allora prigioniera in Inghilterra, invadendo e "liberando" il Paese.
La sua scarsa dimestichezza con la politica olandese e il declino dei suoi rapporti col re Filippo fecero fallire tutti i suoi progetti, ed egli morì a Bouges, vicino Namur (nell'odierno Belgio), nel 1578. Lo storico Giovanni Boglietti nel suo Don Giovanni d'Austria a Lepanto, del 1887, scrive che secondo uno dei biografi di Don Giovanni, il Vander-Hammen, la sua morte sarebbe stata procurata dal veleno propinatogli per ordine del fratellastro Filippo II. Egli pensava che Don Giovanni d'Austria, dopo aver "conquistata" l'Inghilterra, con le forze di questa, si sarebbe reso padrone della Spagna.
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