Madamadore |
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| Passando a Caligola, dobbiamo dire che Tiberio, avendo eliminato tutti i possibili candidati (o essendo questi morti per malattia)non avesse scelta...ma non ebbe il tempo di prepararlo adeguatamnte. Caligola non fece il cursus honorum come Augusto e Tiberio e non si preparò al suo futuro compito perché non era previsto che fosse imperatore. Questa inesperienza fu un errore madornale. In ogni caso, la parzialità delle fonti impedisce di giudicare. La nomina di senatore per il suo cavallo aveva lo scopo di mostrare agli altri senatori che ormai non contavano più niente, tanto che persino un animale poteva fare il loro stesso lavoro. Caligola però sapeva solo come muoversi in un ambiente di corte e provvedere agli eventuali intrighi ma non conosceva niente di politica e di economia...cosa che lo portò a non sapersi regolare tra pretoriani, senatori ed esercito, con la fine che sappiamo. Claudio era considerato da tutti il parente scemo della famiglia. Fratello del compianto Germanico, era molti diverso da lui e non venne mai stimato dai suoi parenti, tanto che gli negarono la cerimonia pubblica del passaggio alla maggiore età, facendogliela fare in sordina di notte. Venne scelto da pretoriani e senatori perché non aveva nessuna esperienza politica e poteva essere manovrato...e sbagliarono, come accadde per Ottaviano. Claudio si impegnò nel suo nuovo compito e, grazie alle amicizie con personaggi colti, ridusse i compiti di responsabilità dei senatori, affidandoli ai liberti. Il suo acume politico è spesso sottovalutato e le fonti storiche lo trattano erroneamente come uno sciocco. La sua unica sfortuna sono state le donne ma dobbiamo dire che fu obbligato dal nipote a sposare la bellissima Messalina (lui non voleva ma dovette chinare la testa per non rischiare la pelle con Caligola) e lo stesso vale per Agrippina. Quanto a le prime due fecero pochi danni, visto che la prima fu ripudiata e la seconda non generò figli. Nerone amava la poesia e la musica, attività che non si confacevano affatto all'ideale romano...eppure fu amato dalla plebe (il senato lo odiava, come aveva fatto con tutti i suoi predecessori). Durante l'incendio accolse la popolazione nelle sue proprietà e provvide a regolare il piano urbanistico della città, fuori controllo e soggetto a speculazioni edilizie scriteriate ( l'incendio poteva essere casuale ma poteva essere anche che fosse un'operazione speculativa su alcuni terreni della città sfuggita di controllo). Gli omicidi nelle famiglie regnanti erano una prassi, basta pensare ai Tolomei. Quello che fece storcere il naso fu sicuramente il ruolo attivo delle donne della famiglia nell'influire sul potere. Nella dinastia successiva tutto qusto non avvenne...e infatti le fonti tendono a tessere lodi di ogni tipo per Vespasiano e Tito. Penso che la Dinasia Giulio-Claudia sia costantmente sottovalutata, a proposito dei benefici che dette a Roma ma la colpa è che la maggior parte delle fonti sono senatorie ed il senato odiò sempre questa famiglia, colpevole di averlo esautorato.
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