Non c'entra molto, ma tiro in ballo queste cose appellandomi al fatto che hanno molto a che fare con l'epoca vittoriana e la morale e visione del mondo dell'epoca.
Il periodo in cui la regina Vittoria ha regnato è stato contrassegnato da importanti esplorazioni geografiche, motivate da ragioni economiche e supportate dalle idee dell'epoca sulla civilizzazione e il "fardello dell'uomo bianco" (esaltato in libri come quelli di Kipling, per capirci). Con tutte le riserve del caso, è comunque innegabile che queste eplorazioni hanno contribuito alla conoscenza del pianeta in zone prima note ma non a sufficienza da essere cartografate. Va da sé che questo è anche il motivo per cui al mondo ci sono millemila tra laghi, fiumi, montagne, stati e città che si chiamano "Victoria".
Cito solo alcune di queste imprese.
Il grande gioco in Asia Centrale e soprattutto Afghanistan. Più che di esplorazioni vere e proprie, si trattò di una serie di conflitti politici e spionaggio tra Russia e Inghilterra per ottenere una sfera di influenza su quelle zone. Un paio di guerre afghane hanno condito il tutto.
Spesso la morale e la presunta superiorità della società inglese servivano da pretesto.
L'Africa era bazza per la Royal Geographical Society. L'interno del continente era ancora in gran parte da scoprire.
Le esplorazioni più famose sono state quelle di Samuel Baker lungo le sorgenti del Nilo, quella di James Augustus Grant in Africa Orientale e ovviamente quella di David Livingstone che scoprì le... ehm, Cascate Victoria.
Livingstone si fa portare in barella perché affetto da millemila mali. Esplorare all'epoca non era sempre una bazza.Il famoso incontro con l'americano Henry M. StanleyIl primo insediamento in Australia era stato messo su solo nel 1788 e nell'Ottocento il continente era quasi tutto da scoprire. La spedizione più importante fu quella di Robert O'Hara Burke e William John Wills, che si spinsero all'interno, nel deserto. Tra parentesi, uno degli stati dell'Australia si chiama "Victoria" e il Paese ha ottenuto l'indipendenza l'01/01/1901, al termine del regno vittoriano.
I due morirono nel viaggio di ritorno.Verso la fine del secolo, quando ormai il più era fatto e si trattava solo di colonizzare e sfruttare, la Royal Geographical Society venne messa da parte a favore di multinazionali come la South African Company di Cecil Rhodes.
Sempre più ci si avvaleva delle idee circa la necessità di esportare la civiltà inglese per giustificare le azioni compiute nelle colonie. Il culmine si raggiunse, forse, quando si usarono simili tematiche nel trattare della guerra anglo-boera, scatenata palesemente a causa degli interessi di Rhodes e della DeBeers nei confronti delle risorse aurifere del Transvaal. Anche alcuni dei più strenui difensori della civilizzazione si interrogarono su quanto i boeri potessero essere paragonabili agli zulu o agli indiani.
L'ultimo grande esploratore inglese fu forse Robert Scott, che durante l'epoca vittoriana era ufficiale della Royal Navy. La sua famosa spedizione partì per alcuni mesi dopo la morte della regina. La cito solo per il fatto che riportò in auge l'esplorazione fine a se stessa (se così si può dire) e perché venne comunque finanziata e pianificata in epoca vittoriana.