Livia Drusilla, la 1 imperatrice

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view post Posted on 9/10/2010, 18:19
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iniziamo parlando di una grande donna: Livia Drusilla

Livia era figlia di Marco Livio Druso Claudiano e della moglie Alfidia, a sua volta figlia del magistrato italico Marco Aufidio Lurcone. Il diminutivo "Drusilla" suggerisce che fosse la seconda figlia della coppia.

All'età di sedici anni, nel 42 a.C., sposò il cugino patrizio Tiberio Claudio Nerone, il quale combatteva assieme a Claudiano nel partito dei congiurati, comandato da Gaio Cassio Longino e da Marco Giunio Bruto, il quale era in lotta contro Ottaviano e Marco Antonio. Quando l'esercito dei congiurati fu sconfitto nella battaglia di Filippi (42 a.C.), Claudiano seguì l'esempio di Cassio e di Bruto e si suicidò, mentre il marito di Livia continuò a combattere contro Ottaviano, passando dalla parte di Marco e Lucio Antonio. Nel 40 a.C. la famiglia di Livia fu costretta ad abbandonare l'Italia peninsulare, per evitare la proscrizione dichiarata da Ottaviano, e raggiunse prima la Sicilia, sotto il controllo di Sesto Pompeo, e poi la Grecia.

Quando fu decretata una amnistia generale dei proscritti, Livia tornò a Roma, dove conobbe Ottaviano nel 39 a.C. All'epoca del loro incontro, Livia aveva già avuto dal marito il primo figlio, Tiberio, ed era incinta di Druso. Malgrado questo, e nonostante Livia fosse sposata a Nerone e Ottaviano a Scribonia, il futuro primo imperatore decise di divorziare, nello stesso giorno in cui la moglie dava alla luce la loro figlia Giulia,[2] e convinse (od obbligò) Nerone a fare lo stesso con Livia. Druso nacque il 14 gennaio 38 a.C., mentre Livia e Ottaviano si sposarono tre giorni dopo: al matrimonio era presente Nerone, il quale presentò la sposa come avrebbe fatto un padre.

Sebbene sia stata tramandata la storia che Ottaviano si innamorò immediatamente non appena incontrò Livia e volle quindi fortemente sposarla, in realtà è plausibile che il loro rapido matrimonio fosse suggerito da convenienze politiche: a Ottaviano faceva infatti comodo il sostegno della gens patrizia dei Claudii; allo stesso tempo, i compromessi Claudii Nerones necessitavano del sostegno del promettente Ottaviano per sopravvivere politicamente. Malgrado il loro matrimonio fosse quindi dovuto a considerazioni politiche, Livia e Ottaviano rimasero sposati per 51 anni, a dispetto del fatto che non ebbero figli propri; inoltre Livia venne tenuta in grande considerazione dal marito, presso il quale presentava petizioni e che consigliava nelle sue politiche.

Dopo la morte di Marco Antonio (31 a.C.), Ottaviano non ebbe più rivali, divenendo il padrone incontrastato di Roma e iniziando la transizione dalla Repubblica all'Impero. Livia fu sempre al fianco del marito, formando insieme il modello per le famiglie romane. Malgrado la loro ricchezza e il loro potere, Ottaviano (noto come Augusto dal 27 a.C.) e Livia continuarono a vivere modestamente nella loro casa sul Palatino. Livia, modello per le matrone romane, non indossava gioielli costosi né vestiti sgargianti, si prendeva cura personalmente della casa e del marito, cucendogli persino i vestiti, e fu sempre leale e premurosa verso di lui, malgrado le voci sulle di lui avventure galanti.

Già nel 35 a.C. Ottaviano le aveva concesso l'inusitato onore di gestire le sue finanze personali, dedicandole anche una statua in pubblico. Livia aveva anche il proprio circolo di clientes, e utilizzò la propria influenza per mettere i propri protetti nei posti pubblici, tra cui il futuro imperatore Galba e il nonno del futuro imperatore Otone.

La coppia non ebbe figli propri, quindi Giulia maggiore, la figlia di Ottaviano e Scribonia, era l'unica erede di Augusto. Livia mise in atto una politica volta a garantire ai propri figli, avuti da Nerone, un futuro politico.

Alcune voci, riportate da Cassio Dione Cocceiano, insinuarono che vi fosse Livia dietro la morte di Marco Claudio Marcello, il nipote favorito di Augusto, morto nel 23 a.C. Vero è che uno a uno i figli di Giulia maggiore e di Marco Vipsanio Agrippa morirono tutti: prima Lucio, poi Gaio Cesare, entrambi adottati da Augusto, morirono di morte naturale; infine Agrippa Postumo, anch'egli adottato da Augusto, venne incarcerato e ucciso.

Dei figli di Livia, invece, Druso sposò Antonia minore, la nipote preferita di Augusto, e intraprese una brillante carriera militare. Nell'11 a.C. Tiberio sposò Giulia maggiore, la figlia di Augusto che aveva già sposato il collaboratore del padre, Marco Vipsanio Agrippa; Tiberio venne infine adottato dall'imperatore nel 4, divenendone l'erede.

Tacito e Cassio Dione affermano che Livia non fosse estranea a questi decessi, mentre Svetonio non riporta alcuna notizia nella sua Vita dei dodici Cesari, sebbene questa fosse stata compilata basandosi su documenti ufficiali. In difesa di Livia va ricordato che Tacito e Cassio Dione riferiscono anche l'improbabile accusa nei suoi confronti di aver assassinato Augusto.

Il testamento di Augusto, morto nel 14, conteneva il provvedimento di adozione di Livia. Questo atto inusuale, che la rendeva figlia del proprio marito, aveva lo scopo di permettere a Livia di entrare a far parte in pieno diritto della gens patrizia dei Iulii. Il testamento, oltre a garantirle un terzo del patrimonio di Augusto (gli altri due terzi andarono a Tiberio), le riconosceva il titolo di "Augusta".

Sfruttando la sua notevole popolarità, contribuì all'elezione di Tiberio al rango di imperatore. Per un certo periodo, Livia, ora nota col nome ufficiale di Giulia Augusta, andò d'accordo col figlio imperatore: Tiberio fece passare nel 20 una legge che equiparava al tradimento la diffamazione nei confronti della madre, cui garantì nel 24 un posto a teatro tra le Vergini vestali. Questa situazione fece sì che Livia divenisse molto potente, fino a far scagionare la sua amica Urgulantia e Plancina, sospettata dell'assassinio di Germanico.Nel 22 giunse ad erigere una statua ad Augusto nella cui dedica il suo nome veniva prima di quello di Tiberio.

Di conseguenza i rapporti tra madre e figlio deteriorarono, in quanto Tiberio divenne geloso del potere della madre, ma soprattutto del fatto che Livia gli ricordasse di essere divenuto imperatore per suo merito. Tra gli altri atti, mise il veto alla decisione del Senato di conferire a Livia il titolo di Mater Patriae, "Madre della Patria". Pare anche che Tiberio si ritirò a Capri proprio per allontanarsi dall'influenza della madre.

Nel 22 Livia si ammalò: il figlio la raggiunse da Capri per starle vicino; quando però nel 29 si ammalò nuovamente, Tiberio rimase a Capri. Il corpo di Livia venne seppellito con parecchi giorni di ritardo, e solo quando lo stato di decomposizione rese l'atto non più procrastinabile, perché si attendeva l'arrivo di Tiberio. L'imperatore mandò Caligola ai funerali di sua madre, col compito di pronunciare l'orazione funebre.

Come per lasciare insoddisfatti i desideri della madre, Tiberio non volle divinizzarla, come era invece successo per Augusto. Mise il proprio veto a tutti i titoli che il Senato aveva intenzione di conferirle dopo la morte, e giunse persino ad annullare il testamento di Livia.

Fu poi Claudio, nel 42, a divinizzare la propria nonna. La Diva Augusta ("Divina Augusta") veniva onorata in occasione dei giochi pubblici da un carro trainato da elefanti che portava la sua immagine; nel tempio di Augusto le venne dedicata una statua; corse di carri vennero indette in suo onore, mentre le donne dovevano nominarla nei loro giuramenti.

Livia appare in Io, Claudio di Graves, e nel film Augusto del 2003, interpetrata da Charlotte Rempling da anziana e da Martina Stella da giovane

 
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Madamadore
view post Posted on 2/10/2013, 21:26




Personalmente, penso che fosse la donna giusta per Ottaviano. Avevano in comune la medesima intelligenza politica e la stessa astuzia. Svetonio ne fa un ritratto sinistro ma si tratta di una fonte senatoria. Livia fu sicuramente una donna molto dura e determinata, capace di non farsi schiacciare dal peso della posizione politica del marito e, allo stesso tempo, di favorire i suoi stessi figli. Per tutta la vita ha lottato per dare a Tiberio il trono imperiale, vedendoci giusto. Ottaviano, per parte sua, non aveva altre pedine da giocare, dopo la morte di tutti i possibili candidati e Livia fu una vera volpe. Ha saputo attendere il momento giusto ed è riuscita a tenersi lontana dagli scandali, sopportando il peso del suo ruolo, a differenza della figliastra Giulia. E'una donna che ha avuto un talento naturale per il potere e lo ha dimostrato, mantenendosi cme eminenza grigia alle spalle dello sposo e del figlio, senza mai fare gesti eclatanti. Rispetto alle sue eredi, ha saputo mantenere le proprie posizioni senza eccedere...e questo l'ha sempre salvata. Sono davvero rari i personaggi che sanno quando occorre fermarsi.
 
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view post Posted on 3/10/2013, 21:08
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Io l'ho sempre stimata, peccato che finora ne abbia tropvato ritratti in prevalenza foshi, Robert Graves in Io,, Claudio ne fa un ritratto ulatra negativo, se poi si guardano le fonti classiche ne esce con le ossa rotte, ma bisogna datrle atto che era una donna molto iteligente e dotata di gran tempra
 
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Madamadore
view post Posted on 4/10/2013, 10:03




Difficilmente troverai un ritratto positivo nelle fonti storiche e ti spiego perché. Buona parte dei testi sono di provenienza senatoria e, cosa ancora più importante, di età flavia (in questo caso, non troverai mai una nota positiva sulla dinastia precedente). Inoltre, considera che queste fonti sono molto conservatrici e non possono tollerare delle donne particolarmente dinamiche nelle operazioni di potere. Infatti, che io sappia, le donne di Vespasiano e Tito sono nominate con il contagocce.
 
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3 replies since 9/10/2010, 18:19   586 views
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