Madame de Pompadour

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Fede Tere
view post Posted on 10/10/2010, 20:00




Jeanne-Antoinette Poisson nacque da Luise Madeleine de La Motte e da François Poisson (1684-1754). Questi, figlio di un tessitore del villaggio di Provenchères, presso Langres, sarebbe stato [1] valletto dell'intendente reale di Amiens, Monsieur de Bernage, il quale gli avrebbe procurato un impiego presso i fratelli Pâris, potenti fornitori dell'esercito francese. Trasferitosi a Parigi, si sposò con la figlia di un ricco commissario della Zecca di Laon e, rimasto presto vedovo, si risposò nel 1718 con la bellissima Luise Madeleine, figlia di un altro ricco fornitore dello Stato, ottenendo altresì il titolo di «furiere del duca di Orléans».
Mentre François Poisson era spesso in viaggio per curare gli affari dei fratelli Pâris, accumulando a sua volta una notevole fortuna, la moglie diveniva l'amante del ministro della Guerra, Claude Le Blanc, poi del fratello di questi, Cèsar, vescovo di Avranches, quindi del datore di lavoro del marito, Jean Pâris de Montmartel (1690-1768) - divenuto nel 1724 banchiere di Corte e consigliere di Stato, mentre il fratello, anch'egli consigliere di Stato dal 1725, diverrà nel 1733 direttore generale del vettovagliamento militare - e, insieme, amante dell'intendente generale delle imposte Charles-François-Paul Le Normant de Tournehem (1684-1751), di Monsieur Fournier, direttore dei magazzini di Charleville, dell'ambasciatore danese in Francia, von Wedderkop, del principe Grimberghen, del barone von Graevenbrock e del valletto di camera di Luigi XV, Le Bel.
Si comprendono così i dubbi sulla paternità della piccola Jeanne-Antoinette, venuta alla luce il 30 dicembre del 1721: si ritiene comunemente che suo padre naturale fosse il de Tournehem, a motivo della cura che questi si prese di Jeanne-Antoinette. Invece, né della successiva figlia, nata nel 1723 ma morta pochi anni dopo, né del figlio Abel François, nato nel 1725, le cronache si sono data la pena di approfondire le origini paterne.
Il rimpasto di governo, avvenuto nel 1726, che vide l'allontanamento del ministro delle Finanze Charles-Gaspard Dodun, legato agli appaltatori Pâris, mise provvisoriamente fine non alle fortune dei Pâris, troppo potenti, per quanto essi perdettero le commissioni reali, ma a quelle del più vulnerabile Poisson: l'esame dei suoi bilanci rilevò che egli si era appropriato, ai danni dello Stato, della notevole somma di 232.430 lire. Sequestrati i suoi beni e condannato a morte, Poisson fece in tempo a rifugiarsi ad Amburgo, in Germania, dove continuò a lavorare per i suoi protettori, mantenendosi anche in contatto con la famiglia.
Separatasi dal marito il 17 agosto 1727 e adottato per necessità uno stile di vita meno fastoso, Madame Poisson mandò la piccola Reinette [2] a istruirsi nel convento delle Orsoline di Poissy, dove si fece notare per la sua grazia e il buon carattere [3]
Ritirata dal convento nel gennaio 1730, a Jeanne-Antoinette venne impartita, grazie alle cure del Tournehem, un'istruzione moderna, indirizzata soprattutto ad esaltare i suoi talenti artistici: apprese dizione e recitazione da Lanoue e da Crébillon, noto tragediografo dell'epoca, canto da Pierre de Jélyotte, un talento dell'Opéra, e poi musica, danza, e disegno. Madre e figlia frequentavano alcuni salotti parigini: in quello di Madame de Tencin, sorella dell'arcivescovo di Embrun, oltre a ministri e finanzieri, conobbe intellettuali come Montesquieu, Prévost, Fontenelle, Marivaux, Helvétius, Réaumur; in quello di Madame d'Angervillers, moglie del ministro della Guerra, cantò con successo l'aria principale dell'Armida di Lulli e nel teatro del castello di Etiolles recitò davanti a Voltaire nella sua Zaira.
Intanto, nel 1736, grazie a buoni uffici e all'esborso di molto denaro, François Poisson poté rientrare a Parigi riabilitato, andando a convivere, malgrado la separazione ufficiale, con la moglie e i figli. A sistemare Jeanne con un conveniente matrimonio pensò ancora Le Normant de Tournehem: il 9 marzo del 1741 la fece sposare col ventiquattrenne nipote Charles-Guillaume Le Normant D'Etiolles - serio borghese dedito agli affari, figlio di Hervé-Guillaume, tesoriere generale della Zecca - compensando il poco entusiasmo dello sposo e dei suoi genitori con una ricca dote, una casa e la garanzia del mantenimento di un adeguato tenore di vita.
La neo-Madame d'Etiolles - che il 26 dicembre ha partorito un figlio che vivrà pochi mesi e che avrà la figlia Alexandrine il 10 agosto 1744 - vede così spalancarsi altri salotti prestigiosi, frequentati dall'aristocrazia introdotta a Corte, come quelli della contessa Elisabeth d'Estrades o della marchesa Marie-Thérèse de La Ferté-Imbault, e mette ancora i suoi talenti artistici a disposizione delle recite che si tengono nei teatri di società, davanti a eccellenze del calibro dei duchi de Duras, de Nivernais, de Richelieu, anche se pochi di loro ricambiano - causa le dubbie origini della giovane signora - le visite nel suo salotto del pur affascinante, piccolo castello d'Etiolles, circondato da vigne, da prati e da boschi. Qui però vengono volentieri gli intelletti migliori di Francia, già conosciuti da Jeanne, come Montesquieu o Voltaire, che già la chiama «la divine Etiolles».
Quel castello ha un'altra favorevole caratteristica: è molto vicino tanto al castello di Choisy, recentemente acquistato da Luigi XV, quanto a quello di Brunoy, dove vivono i ricchissimi Pâris, maestri, come Le Normant de Tournehem, nell'arte di sfruttare ogni risorsa utile all'ampiamento dei loro giri di affari: non furono probabilmente del tutto casuali gli incontri che il re, amante della caccia ma non solo, ebbe con Madame d'Etiolles nelle radure della foresta di Sénart, così ricca di selvaggina. L'8 dicembre 1744 corre a Corte e si diffonde in tutti i salotti, accolta con grande interesse, una brutta notizia: la morte improvvisa di Madame de Châteauroux, l'amante ufficiale del Re.
Fu forse per favorire una rapida elaborazione del lutto, che il valletto di camera del Delfino, il barone Georges-René Binet de Marchais, amico dei Pâris e cugino degli Etiolles, vantò al re i molti pregi di Jeanne, che il re poté verificare personalmente in discrete e approfondite conoscenze. Così, quando il re, in occasione delle nozze del figlio Louis-Ferdinand con Maria Teresa Rafaela di Borbone, decise di invitare a Versailles anche Madame d'Etiolles, Charles de Tournehem pensò bene di inviare il nipote in viaggio d'affari.
Amante ufficiale del Re
Il matrimonio fu celebrato il 23 febbraio 1745 e i festeggiamenti si susseguirono le settimane successive: la sera del 25 febbraio gli invitati si divertirono con il ballo in maschera e venne notato un personaggio travestito da tasso corteggiare una giovane e bella cacciatrice; la domenica successiva il re trascorse la notte nella casa stessa di Jeanne - il marito era sempre lontano - e fece ritorno a Versailles la mattina dopo. A fine aprile, Charles-Guillaume Le Normant tornò a Parigi e scoprì che la moglie si era trasferita a Versailles con tutti i suoi beni domestici: lo zio lo consolò della poco onorevole situazione rimettendogli la molto sostanziosa carica di fermier général. Da parte sua, Jeanne chiese la separazione dal marito e Luigi XV, recente vincitore della battaglia di Fontenoy, acquistandole il castello di Arnac-Pompadour e le proprietà circostanti, le procurò l'11 luglio il titolo di marchesa di Pompadour. Non solo: in vista della sua presentazione a Corte, a insegnarle la complessa etichetta e le bon ton delle relazioni cortigiane incarica due gentiluomini, il marchese de Gontaut e il giovane e mondano abate, non per vocazione ma per calcolo, François-Joachim de Pierre de Bernis, fresco accademico di Francia e futuro cardinale. La presentazione a Corte, avvenuta il 14 settembre, le diede il diritto, come qualunque cortigiano, di partecipare ai pranzi e ai balli reali, ma la sua condizione di amante, nota a tutti, anche alla regina che non ha da tempo rapporti con il re, le impose di dare uno stile e un'autorità al suo incerto regno di favorita.
L'influenza di Jeanne sul re si manifestò in occasione del conferimento della carica di direttore degli Edifici reali, rimasta vacante dopo il licenziamento, il 4 dicembre 1745, del ministro delle Finanze Philipert Orry, che aveva cumulato quella carica; essa fu affidata a Le Normant Tournehem, con il diritto di trasmetterla al fratello di Jeanne, Abel Poisson, recentemente divenuto marchese de Vandières.
Ogni favorito crea intorno a sé almeno due partiti, quello di coloro che lo disprezzano e quello di chi lo adula cercando di sfruttarne il potere: ai primi appartenevano due fratelli, il conte e il marchese d'Argenson, rispettivamente ministri della Guerra e degli Esteri e il conte de Maurepas, ministro di Casa reale i quali non accettano le origini borghesi della Pompadour e lo scandalo provocato da chi, essendo di bassa condizione, diminuisce tanto il prestigio dell'aristocrazia, alla quale si antepone, che la violata sacralità dell'assoluto potere reale
La Pompadour, per il momento, si appoggia al partito militare, facendo promuovere «Generalissimo» il principe de Conti e Maresciallo di Francia il conte Maurizio di Sassonia, del quale asseconda il desiderio di legarsi alla Corona, facendo sposare al delfino, rimasto prematuramente vedovo il 22 luglio 1746, la figlia del suo fratellastro Augusto III di Polonia, Maria Giuseppina di Sassonia la quale, se non diventerà regina, sarà però madre di ben tre re, Luigi XVI, Luigi XVIII e Carlo X.
La potenza della Pompadour è ormai nota in tutta Europa: il conte Christian Loss, ambasciatore di Sassonia, scrive alla futura delfina che l'« amicizia » di cui la Pompadour gode presso Luigi XV, « l'interesse che ha dimostrato per l'unione del delfino con una principessa di Sassonia, i suggerimenti che ha dato al re per orientare la sua scelta, tutto ciò obbligherà la delfina ad attenzioni e cortesie nei suoi confronti ». [4]
Le nozze furono celebrate il 9 febbraio 1747 ed ebbero poi luogo i festeggiamenti nel corso dei quali la Pompadour brillò per la consueta grazia; a sera, anch'ella assistette, con tutta la Corte, al coricarsi degli augusti sposi, controllando per due volte, come di rito, che lo sposo adempisse sul letto benedetto dal cerimoniere di Corte al suo dovere coniugale, così importante per i destini della Nazione. [5]
Naturalmente non mancarono tentativi di diminuire la figura della Pompadour nella famiglia reale: odiata dalla regina e più ancora dai figli del re, questi, coinvolgendo anche la recente cognata, cercarono di emarginare la Pompadour non rivolgendole mai la parola, ma furono severamente redarguiti dal re.
L'irresistibile ascendente della Pompadour
Amante degli spettacoli teatrali, che tuttavia a Versailles erano rappresentati "soltanto" settimanalmente, la Pompadour ottenne da Luigi il permesso di organizzare una vera e propria compagnia teatrale della quale facessero parte lei stessa e altri nobili frequentatori della Corte, tenendo rappresentazioni nelle sale del Castello. La marchesa nominò direttore della compagnia il duca de La Vallière, illuminista e protettore di Voltaire, vicedirettore fu l'accademico François-Augustin de Paradis de Moncrif e segretario il bibliotecario abate de La Garde; fra gli attori, i duchi de Chartres, de Coigny, de Duras, de Nivernais, Madame de Pons, de Livry, de Sassenage. Anche per la danza si scelse fra la nobiltà: ne fecero parte i conti de Langeron e de Melfort e il marchese de Courtenvaux, mentre gli orchestrali erano soprattutto professionisti. Così, davanti al re e a un pubblico ristrettissimo, il 16 gennaio 1747 fu rappresentato Il tartufo di Molière e la settimana dopo Le prejugé à la mode di Pierre-Claude Nivelle de La Chaussée e L'esprit de contradiction di Charles Dufresny. Si ha notizia di altri spettacoli, rappresentati e recitati dalla Pompadour, [6] come Les trois cousines di Florent-Carton Dancourt e l'opera-balletto Les amours déguisés di Bourgeois, dove cantò insieme con il duca d'Ayen.
Luigi, oltre a far regalo alla favorita di un nuovo castello a Crécy, ha sistemato la posizione del padre di Jeanne, riabilitandolo e concedendogli il feudo di Marigny che passerà al figlio Abel, il quale potrà così fregiarsi del relativo titolo di marchese di Marigny; per il momento, Abel Poisson si accontenta di accettare la capitaneria di Grenelle (oggi compresa in Parigi) il cui brevetto gli frutta 100.000 lire e, rivenduto al principe de Soubise, altre 180.000. Quando poi, con la bella stagione, il re riparte per la guerra - dalla quale ritornerà vincitore degli inglesi nella battaglia di Lawfeld - Madame si occupa di sistemare gli appartamenti di Crécy, decorati delle preziose tele del pittore alla moda François Boucher.
La nuova stagione teatrale di Versailles s'inaugurò con Le mariage fait et rompu del Dufresny, mentre il 30 dicembre 1747 andò in scena L'enfant prodigue di Voltaire che, invitato alla rappresentazione, provocò un piccolo scandalo dedicando ai due amanti versi sgraditi alla famiglia reale:

« Che la pace ai nostri campi isieme a Luigi arrivi!
Che siate entrambi di nemici privi
E insieme le preziose conquiste manteniate! »

Madame cantò poi nell' Egle di Pierre de Lagarde, recitò nell'impegnativo Méchant di Gresset, fece mettere in scena le spettacolari Fêtes grecques et romaines di Louis Fuzelier e François Colin de Blamont e, sopraggiunto il tempo di Quaresima, fu tra gli interpreti di musiche sacre di Lalande e di Mondonville.
La Pompadour non si preoccupava delle rivalità esistenti fra gli scrittori, accordando volentieri il suo interesse tanto a un Voltaire quanto ai suoi rivali Moncrif e Crébillon, al quale procurò una pensione di cento luigi e favorì il successo del Catilina, l'ultima sua tragedia, suscitando il rancore di Voltaire il quale, malgrado avesse esaltato le recenti vittorie militari di Fontenoy e di Lawfeld, scritto un panegirico su re Luigi e risposto al Catilina di Crébillon con la sua Rome sauvée, si sentì talmente diminuito agli occhi della Corte da decidere di partire per la Prussia, offrendo i suoi servizi di cortigiano di genio a Federico II
La guerra di successione austriaca si concluse nel 1748 con la pace di Aix-la-Chapelle che sanciva, dopo tanti sacrifici, il nulla di fatto. Responsabile dell'esito deludente della guerra - finanziata dai fratelli Pâris - e del cattivo andamento degli affari interni, oltre al re, venne accusata la marchesa, grazie alla quale i due finanzieri si arricchivano, impoverendo la Francia: « Oggi tutto il credito delle finanze è nelle mani dei Pâris [ ... ] la soluzione consisterebbe nel fornire al re i mezzi per avere denaro facendo a meno dei suoi pericolosi ausiliari ». [7]
L'arrivo a Corte, alla fine del 1748, del duca de Richelieu, neo-Maresciallo di Francia, parve per un momento dare speranze ai detrattori della marchesa: il duca sembrava destinato a ricalcare le orme del suo grande prozio, che non avrebbe certo tollerato che una borghese, ricca solo del suo potere erotico, spadroneggiasse a Corte, dominasse lo spirito del Re e imponesse magari le scelte politiche della Nazione. Ma le tempra del pronipote era ben diversa da quella del famoso cardinale: la scoperta della sua relazione con Madame de La Poplinière, che egli andava a trovare all'insaputa del marito infilandosi per il caminetto, [8] lo coprì di ridicolo e gli prescluse qualunque possibilità di carriera politica. [9]
Gli attacchi contro il re e soprattutto contro la Pompadour, nella forma di libelli - chiamati dal marchese d'Argenson, dal cognome della marchesa, poissonades - aumentarono di numero: uno di questi recitava:

« Questa puttana subalterna
senza vergogna lo governa
davanti a lei si prosterna
chi gli orrori chiede all'insolente.
Tutto davani all'idolo si piega
il cortigian per lei s'impiega
e servendo questa vera strega
diviene sempre più indigente [ ... ] »

Il terzo degli aborti spontanei avuti dalla Pompadour in tutta la sua vita è attribuito all'agitazione provocata da questa persecuzione. Alcuni arresti, effettuati a Parigi negli ambienti dei libellisti di professione, non portarono a nulla: del resto, appariva evidente che gli autori - sembrava certo che fossero più di uno - si trovassero a Corte. Alla fine, si ebbe la certezza che il Maurepas fosse uno di essi - aveva scoperto che la Pompadour soffriva di leucorrea e ne approfittò subito per buttar giù dei versi - e così, il 25 aprile 1749, il ministro della Marina e responsabile della Camera del Re - una sorta di Ministero degli Interni - fu licenziato, esiliato per qualche anno da Parigi, e in perpetuo da Versailles, ma tornerà a corte nel 1774 con Luigi XVI, del quale sarà il mentore indiscusso fino alla morte.
Jeanne mantenne pochi rapporti con la sua famiglia: non frequentò il padre, che tuttavia doveva a lei la riabilitazione e l'alto tenore di vita condotto nel suo marchesato di Marigny, e tanto meno il marito; della figlia Alexandrine sognava un matrimonio prestigioso e per intanto la faceva educare nell'esclusivo convento dell'Assomption. Anche del fratello, Abel François, destinato a succedere al padrino Tournehem, curò che si facesse una compiuta istruzione, pagandogli le spese per il Grand Tour, l'imprescindibile viaggio in Italia, e facendolo accompagnare dal letterato abate Jean-Bernard Le Blanc, dal pittore Charles-Nicolas Cochin e dall'architetto Jacques-Germain Soufflot.
Alla fine del 1749 la Pompadour si trasferì in un nuovo appartamento, al piano terra del Castello di Versailles, sotto quello reale, con il quale comunicava mediante una scala a chiocciola: già appartenuto a Madame de Montespan, ella riuscì a sottrarlo in tempo ai propositi delle figlie del re, che intendevano abitarlo, e sfrattando il duca de Penthièvre e sua moglie. I timori che Luigi finisse per annoiarsi con lei, preferendole altre amanti, o anche, soggetto come egli era a scrupoli religiosi, ad allontanarla, la spingeva ad aumentare tanto le sue personali attenzioni quanto le distrazioni offerte dagli spettacoli teatrali, nei quali assumeva a volte le parti di protagonista, come avvenne nell' Alvira di Voltaire.
Coinvolse il re e parte della Corte in una serie continua di spostamenti nei vari castelli reali: «Si viveva in grande libertà» - scrive il duca de Croÿ - «Si faceva un gran pranzo [ ... ] Se il tempo era bello, il re passeggiava o giocava nel salone dopo il pranzo. Poi lavorava o riuniva il consiglio. Alle otto e mezzo si radunavano tutti nel salone, dove il sovrano andava a giocare, e alle nove si cenava [ ... ] Dopo cena, il re faceva due partite, perché gli piacevano molto i giochi d'azzardo, che sapeva fare molto bene e molto rapidamente. Verso le due si coricava. Tale era la vita in tutti i castelli secondari». [10] Il duca sostiene che Luigi continuasse a curare gli affari del Regno riunendo il Consiglio, ma tanti lo smentiscono, come l'ambasciatore d'Austria, il conte von Kaunitz: «Incapace di applicarsi, impegnato a dividere il tempo nella caccia e in altri piaceri, non ha alcuna idea di cosa significa governare» [11]
Il 25 novembre 1750 venne inaugurato il nuovo castello della Pompadour a Bellevue, le cui spese - circa 2.600.000 lire - furono pagate da Luigi in cambio di sei palazzi di proprietà della marchesa a Compiègne. Posto su una collina e circondato da giardini, nei quali si ergeva una statua di Luigi, [12] dalla terrazza si poteva ammirare Parigi; l'interno era stato arredato con la maggior cura, ricco di statue e di quadri di Boucher. Vi era naturalmente, al primo piano, l'appartamento riservato al re, comunicante con una scala interna con quello, a pianterreno, della marchesa, la cui camera era arredata all'orientale, con una tela di Carle van Loo che la rappresentava in veste di sultana.
La politica
Le passioni hanno vita breve, e quella fra Luigi e la marchesa non fece eccezione alla regola, con una differenza importante: che la Pompadour, trasformatasi da amante ad amica, seppe mantenere inalterata l'influenza sul re, divenendone il consigliere politico più ascoltato, come testimoniano le relazioni degli ambasciatori delle potenze straniere: «si è resa necessaria al re di Francia nei suoi interessi più importanti, per supplire al fatto che egli non aveva più così strettamente bisogno di lei per il suo piacere affinché, legandosi a lei in quel modo, gli sarebbe stato più difficile allontanarla», [13] scriveva il barone Le Chambrier a Federico II il 15 marzo 1751.
Nel 1751 papa Benedetto XIV, in occasione del giubileo, promise indulgenza plenaria ai fedeli che mostrassero visibilmente il loro pentimento. Il clero francese da anni prendeva una riduzione delle imposte a suo carico e invece si era visto attribuire una nuova tassa, che naturalmente alimentò le sue proteste. Nella Corte si creò il partito dei «devoti», che appoggiava le richieste del clero, capeggiato dalla famiglia del re, dall'arcivescovo di Parigi, monsignor de Beaumont, e dai ministri de Tencin, cardinale, e d'Argenson che, approfittando del giubileo, sperava che il re si pentisse tanto della sua vita adulterina quanto, soprattutto, del suo fiscalismo anticlericale.
Le pressioni dei devoti a che Luigi XV allontansse la Pompadour non ebbero tuttavia effetto, ma le speranze di eliminare l'influsso della marchesa furono alimentate dai cortigiani - la contessa d'Estrade e il marchese d'Argenson in particolare - con il favorire la relazione del re con la ventenne contessa de Choiseul-Beaupré, appena sposata con il conte François-Martial, promosso a gentiluomo del delfino e ispettore di fanteria per compenso del poco invidiabile ruolo che egli avrebbe dovuto sostenere
La contessa de Choiseul rimase subito incinta ma a quel punto entrò in scena il cugino, il conte e prossimo duca de Choiseul-Stainville: sapendo che la nuova amante non avrebbe mai potuto prendere il posto della marchesa come favorita reale, convinse la coppia dei cugini a lasciare in fretta la Corte, guadagnandosi così il favore riconoscente della Pampadour. Questa, ancora più trionfante, ottenne dal re il titolo di duchessa, mentre la sfortunata contessa de Choiseul morirà l'anno dopo, il 2 giugno 1753, proprio in conseguenza del parto.
Così, benché di fatto non più amante reale, la duchessa Pompadour divenne regina di fatto. Il re continuava le sue brevi avventure galanti finché, nel marzo 1753, non scopre Morphise, ovvero la quuindicenne Marie-Louise O'Murphy, figlia di una rivenditrice di abiti usati, usa a concedere le proprie figlie al miglior offerente: per 10.000 lire Luigi poté avere a disposizione la giovanissima ma già prosperosa e disinibita fanciulla, alloggiata in una casa di Versailles. Questa passione non durò a lungo: quando nel maggio 1754 Marie-Louise mise alla luce un bambino, questi non fu riconosciuto da Luigi, che licenziò l'amante e, con una ricca dote, la fece sposare a Jacques de Beaufranchet, un ufficiale squattrinato e neanche di belle speranze, visto che morì pochi anni dopo nella battaglia di Rosbach.
La Pompadour prese la sua prima iniziativa politica facendo nominare il conte de Coiseul-Stainville ambasciatore a Roma, con l'intento di appianare la tensione esistene fra la Francia e lo Stato pontificio dopo l'esilio, decretato da Luigi XV, dell'arcivescovo di Parigi, Cristophe de Beaumont, reo di aver appoggiato l'iniziativa dei preti che rifiutavano di amministrare i sacramenti a chi non avesse aderito esplicitamente - attraverso appositi «biglietti di confessione» - alla bolla pontificia Unigenitus di Clemente XI, che aveva condannato il giansenismo nell'ormai lontano 8 settembre 1713.
La questione era delicata poiché, seppure il cattolicesimo costituiva la religione ufficiale dello Stato, occorreva non dare alcun pretesto alla pur minima ingerenza del papa negli affari interni della Francia e non offendere la dignità del parlamento, che aveva preteso e ottenuto l'esilio del prelato. I biglietti di confessione erano stati nel frattempo dichiarati illegittimi dal governo che aveva però ribadito che la bolla pontificia costituiva una vera e propria legge dello Stato. Il papa Benedetto XIV approvò alla fine l'operato di Luigi, confermando la Unigenitus e abrogando i biglietti di confessione.
Il rovesciamento delle alleanze
Il conflitto con la Prussia di Federico II, che mirava a scalzare l'influenza esercitata sulla Germania dall'impero asburgico, aveva messo in movimento la diplomazia austriaca. Maria Teresa e il cancelliere von Kaunitz, già ambasciatore imperiale a Parigi e buon interlocutore della Pompadour, contattarono la marchesa al fine di ottenere un avvicinamento dei due Paesi, divisi da secoli di rivalità, in funzione anti-prussiana. Accolta favorevolmente dalla Pompadour, l'iniziativa diplomatica dell'Austria andò a buon fine: condotte le trattative dall'abate de Bernis, il 1° maggio 1756 fu firmato a Jouy il trattato di alleanza con il quale l'Austria avrebbe visto garantiti dalla Francia i suoi possessi nei Paesi Bassi conservando in cambio la propria neutralità nel prossimo conflitto anglo-francese, mentre si sarebbero portate aiuto nel caso di attacco di una terza potenza.
L'accordo era soprattutto vantaggioso per l'Austria - il cui contributo nel conflitto tra Francia e Inghilterra sarebbe stato nullo, mentre oneroso - come dimostrò la Guerra dei sette anni - sarebbe stato l'impegno francese in una guerra austro-prussiana - e l'ambasciatore von Starhemberg poteva così scrivere a Vienna che dalla Pompadour «dobbiamo aspettarci tutto. Vuole essere stimata e in effetti lo merita. La vedrò più spesso e più confidenzialmente quando la nostra alleanza non sarà più un mistero. Per quell'epoca vorrei avere delle cose da dirle che la lusinghino personalmente».

FedeTere
 
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view post Posted on 5/11/2010, 11:28
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chiedo venia per no aver visto il topic
La Pompadour.... Piero Angela le ha dedicato una puntata, inframmezzata dai pezzi della fiction, quella con Vincent Perez....
 
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Fede Tere
view post Posted on 5/11/2010, 17:38




CITAZIONE (Diana92 @ 5/11/2010, 11:28) 
chiedo venia per no aver visto il topic
La Pompadour.... Piero Angela le ha dedicato una puntata, inframmezzata dai pezzi della fiction, quella con Vincent Perez....

era lui che faceva Luigi XV vero???? vero????? *-*

FedeTere
 
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view post Posted on 8/11/2010, 09:28
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si, era lui... e non aggiungo altro...
 
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view post Posted on 27/6/2011, 20:51
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riprendo in mano il topic:
lechevalierdeon04

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ecco la nostra marquise insieme al duca di Choiseul nell'anime " le Chevalier d'Eon"
 
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Fede Tere
view post Posted on 27/6/2011, 20:55




beh i disegni sono molto belli devo dire

FedeTere
 
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view post Posted on 27/6/2011, 21:07
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confermo, è bellissimo guardarlo

pompadour2

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uno dei suoi quadri + celebri

15qovf8

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:* *_* *: :*F*:
 
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Fede Tere
view post Posted on 27/6/2011, 21:10




ah beh, molto bello si xD

FedeTere
 
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view post Posted on 3/7/2011, 18:13
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già, adoro questi ritratti con i gatti *_*

passando ad altro, chi al dura la vince, ho finalmente trovato una locandina dellaserie TV, quella con Vincent Perez!!!!

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Fede Tere
view post Posted on 5/8/2011, 22:26




Figo Perez *-*

Comunque questo mese su Focus Storia c'è un articolo riguantanti le cortigiane e fra di esse vi è anche la Marchesa di Pompadour :)

FedeTere
 
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view post Posted on 6/8/2011, 18:10
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bene, appena torno in Italia aspetto che mi arrivi, sono abbonata io :D
nel frattempo puoi dirci com'è la parte su di lei???
 
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Fede Tere
view post Posted on 7/8/2011, 14:51




mi piacerebbe, ma ho lasciato focus storia a casa xD

FedeTere
 
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view post Posted on 19/8/2011, 18:19
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l'ho appena letto, e siccome mi sembra di aver già letto le stesse cose ho controllato.
2 dei libgri della bibliografia usata li ho anch'io: "Amanti e regine", la parte della Pompadour è bella abbondante, e lbio della medesima scritta dalla Lever, che consiglio perchè è veramente ottima.

Questo è forse il suo quadro più celebre:
lapompadour1

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view post Posted on 7/9/2011, 20:53
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CITAZIONE (Fede Tere @ 5/8/2011, 23:26) 
Figo Perez *-*

Comunque questo mese su Focus Storia c'è un articolo riguantanti le cortigiane e fra di esse vi è anche la Marchesa di Pompadour :)

FedeTere

l'ho trovata!!! in spagnolo ma meglio di neinte, vi allego qui la prima parte:
 
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Fede Tere
view post Posted on 27/12/2011, 15:04




Sul numero di Gennaio di Civiltà c'è un articolo dedicato alla Marquise =)

FedeTere
 
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