| Visto che Manu mi vuole tanto bene, mi ha concesso l'onore di aprire questa parte del forum. Lo so, è un argomeno un po'..."palloso" stando alle mie compagne, ma fa parte della Storia d'Italia.
Il Corpo di Spedizione Italiano in Russia, spesso abbreviato come CSIR, e l'8ª Armata Italiana in Russia, o ARMIR, furono le formazioni del Regio Esercito inviate sul fronte orientale tra il luglio del 1941 e il gennaio del 1943. La partecipazione alla guerra contro l'Unione Sovietica rappresentò uno sforzo notevole per le forze armate italiane, già duramente impiegate nei Balcani e in Africa settentrionale, e le ingenti perdite subite rappresentarono un duro colpo per le capacità militari dell'Italia. Nonostante la comunicazione dell'intenzione tedesca di invadere l'Unione Sovietica fosse stata data da Hitler a Mussolini solo il giorno stesso dell'invasione (22 giugno 1941), già dal 30 maggio il dittatore italiano, dando per scontato l'attacco tedesco, aveva espresso l'intenzione di inviare un corpo di spedizione in appoggio all'alleato. Circa le ragioni strategiche delle spedizioni, si suppone che il principale desiderio di Mussolini fosse quello di "riequilibrare" lo stato dell'alleanza con la Germania, in quel momento fortemente sbilanciato in favore dei tedeschi; in tale ottica, la partecipazione italiana alla campagna di Russia avrebbe pareggiato l'intervento dell'Afrika Korps tedesco in Libia. Vi erano anche considerazioni economiche, ovvero il timore di arrivare in ritardo alla spartizione delle risorse di un nemico considerato ormai sconfitto. Del tutto secondarie erano invece le considerazioni ideologiche (la partecipazione dell'Italia fascista alla lotta contro il comunismo), che pure ebbero ampio risalto nella propaganda degli opposti schieramenti. Il CSIR (Corpo di Spedizione Italiana in Russia) Nel complesso 2 900 ufficiali, 58 800 uomini, 220 pezzi d'artiglieria, 83 aerei (51 da caccia, 22 da ricognizione, 10 da trasporto), 5 500 automezzi, 4 600 quadrupedi, 61 carri L3 A partire dal 10 luglio le truppe vennero trasportate da Roma (divisione Torino), Cremona (comando CSIR) e Verona (divisioni Pasubio e Celere) tramite 225 treni fino alla città ungherese di Borsa (il trasferimento di tutti i reparti si concluse solo il 5 agosto), da lì raggiunsero il teatro delle operazioni con una marcia di centinaia di chilometri attraverso le pessime strade di Romania, Moldavia, Bessarabia e Ucraina. Questa lunga marcia, che molti reparti non dotati di automezzi dovettero compiere a piedi, causò una certa dispersione, tanto che il CSIR raggiunse il fronte a scaglioni distanziati di giorni interi uno dall'altro (la prima a entrare in combattimento, l'11 agosto, fu la divisione Pasubio). Comandante di questa forza, sulla carta, era il generale di corpo d'armata Giovanni Messe (che aveva sostituito il generale di corpo d'armata Francesco Zingales, colto da malore durante il viaggio in treno), ma in realtà il CSIR, fin dal suo arrivo in zona di operazioni, fu posto alle dipendenze dell' 11ª Armata tedesca del generale Eugen Ritter von Schobert, schierata in Ucraina meridionale nel settore operativo del Gruppo di Armate Sud guidato dal feldmaresciallo Gerd von Rundstedt.
Agosto 1941: primi scontri della divisione Pasubio presso il fiume Bug Il CSIR entrò in azione per la prima volta nell'agosto del 1941. Dopo aver superato il Dniestr in più punti, stabilendo diverse teste di ponte, i tedeschi stavano tentando di chiudere in una morsa le forze sovietiche attestate tra il Dniestr e il Bug. In alcuni punti però i russi stavano opponendo una forte resistenza e servivano nuove forze per alimentare l'offensiva. A fine luglio, con il Csir ancora in fase di organizzazione, il generale Eberhard von Mackensen, comandante del III° Corpo germanico, richiese quindi al generale Messe almeno una divisione da utilizzare subito in battaglia e due gruppi di artiglieria per appoggiare il suo attacco alle forze sovietiche.
Il 30 luglio venne così inviata urgentemente al fronte la divisione Pasubio, rinforzata da una compagnia motociclisti e dal 30º Raggruppamento artiglieria.
La pioggia abbondante, che aveva trasformato le già disastrose piste russe in enormi pantani, ritardò la marcia della Pasubio, che raggiunse le rive del Bug a nord di Voznesens'k solo il 10 agosto. Nei due giorni successivi la Pasubio, marciando lungo la riva destra del Bug in direzione sud-est per tagliare ai russi la ritirata verso la strategica città di Nikolayev, finì per entrare in contatto con il nemico, partecipando così alla cosiddetta “Battaglia dei due fiumi”, ovvero la grande manovra effettuata dall'esercito tedesco per intrappolare le forze sovietiche tra i fiumi Dniestr a ovest e Bug a est. Nei due giorni di scontri presso i villaggi di Pokrovskoje e Yasna Poliana, la divisione Pasubio ebbe la meglio su un reggimento sovietico, che si ritirò lasciando sul campo centinaia di caduti e prigionieri. Il 14 agosto il CSIR venne assegnato al Gruppo corazzato von Kleist, con il compito di proteggere il fianco sinistro dell'avanzata dei panzer tedeschi verso il fiume Dniepr. Dal 15 al 20 agosto, rallentate dal maltempo e dalle incursioni aeree dei sovietici, vennero attuate quindi le operazioni di trasferimento della divisione Pasubio sulla riva destra del Dniepr. Per il 21 agosto i reggimenti della Pasubio erano attestati sul Dniepr, nella zona di Verkhnodniprovsk, a circa 50 km a nord-ovest della città di Dniepropetrovsk. I gruppi d'aviazione si stabilirono invece a Krivoy Rog, a distanza utile per proteggere i ponti e le unità sul Dniepr. Nei giorni seguenti raggiunsero il Dniepr anche i reparti motorizzati della Celere, l'artiglieria della Torino e le altre unità motorizzate del CSIR. Il 28 agosto Benito Mussolini, dopo avere visitato con Hitler il quartier generale del Gruppo di Armate Sud, passò in rassegna i reparti del CSIR a Tekusha. Soltanto il 5 settembre, dopo avere percorso quasi mille chilometri a piedi, anche i reparti non motorizzati della Torino (divisione autotrasportabile più che altro soltanto sulla carta) riuscirono a essere finalmente in linea sul Dniepr con il resto del CSIR Settembre 1941: traversata del Dniepr e battaglia di Petrikowka Finalmente al completo, il compito del CSIR agli inizi di settembre era quello di difendere circa 150 chilometri di fronte a nord e a sud della città di Dnepropetrovsk, tra la 17ᵃ Armata tedesca di von Stülpnagel a nord ed il III° Corpo di von Mackensen a sud. Il 21 settembre l'intero CSIR passò all'offensiva. L'intento dei tedeschi era quello di sfondare la linea del Dniepr e quindi accerchiare ed annientare le forze sovietiche (i resti di cinque divisioni) attestate tra il Dniepr a ovest e i fiumi Orel a nord e Samara a sud. La Pasubio oltrepassò il Dniepr a Derivka, circa 80 km a nord-ovest di Dnepropetrovsk, per proteggere il fianco destro della 17ᵃ armata, che avanzava verso Poltava. Più a sud la Torino scattò verso nord-ovest dalla testa di ponte di Dnepropetrovsk e attraversò il Dniepr in vari punti sotto il fuoco dell'artiglieria e dell'aviazione nemiche (i soldati del genio lavorarono instancabilmente giorno e notte per riparare o costruire ponti di fortuna). All'alba del 23 settembre la Pasubio, coadiuvata dai carri della Celere e da panzer tedeschi, riuscì a stabilire una testa di ponte sul fiume Orel presso Tsarychanka. Dal 24 al 26 settembre le forze italo-tedesche riuscirono a resistere ai furiosi contrattacchi sovietici contro le teste di ponte sull'Orel. Il 28 settembre l'offensiva del CSIR riprese ed il 30 le truppe della Pasubio da nord-est, i bersaglieri della Celere da nord-ovest e i reggimenti della Torino da sud-est si incontrarono finalmente nel villaggio di Petrikowka, obiettivo della manovra a tenaglia, ponendo termine alla battaglia. In mano italiana restarono circa 10.000 prigionieri, mentre vennero distrutti 450 carri armati nemici. Nel suo piccolo la vittoria italiana a Petrikowka (costata quasi 90 morti e 200 feriti) contribuì all'occupazione tedesca di Poltava e di Kiev, ove i tedeschi catturarono 655.000 prigionieri sovietici. Autunno 1941: avanzata nel bacino del Donetz Agli inizi di ottobre il CSIR venne schierato come ala sinistra della 1ª Armata Corazzata di von Kleist che stava avanzando nella grande zona industriale del bacino del fiume Donetz. Le truppe italiane erano attestate su un fronte di cento chilometri lungo la riva occidentale del fiume Vovcha, a circa 60 km a est del Dniepr. Dal 9 all'11 ottobre il CSIR appoggiò con la Legione Tagliamento l'attacco di una divisione tedesca contro la città di Pavlohrad, sulla riva orientale del fiume Vovcha, che venne infine conquistata, aprendo così la strada per la corsa verso il Donetz. A guidare l'avanzata verso la città di Stalino (l'attuale Donec'k), a circa 100 chilometri a sud-est di Pavlohrad, fu la divisione Celere (la Pasubio era ancora bloccata a Pavlohrad in attesa della costruzione di un nuovo ponte sul fiume Vovcha) con i suoi reggimenti di cavalleria e bersaglieri. Il 20 ottobre il 3º Reggimento bersaglieri, nonostante la strenua resistenza dei sovietici, riuscì ad occupare l'importante stazione ferroviaria a nord-ovest, mentre i tedeschi conquistarono il resto della città. Il Comando tedesco, intenzionato a sfruttare al massimo l'avanzata verso il Donetz non dando tregua al nemico in ritirata, ordinò di riprendere immediatamente l'offensiva, occupando anche le città minerarie di Rykovo (attuale Yenakiieve) e Gorlovka (Horlivka), a una trentina di chilometri a nord-est di Stalino. Il 22 ottobre, quindi, l'avanzata della Celere riprese. Dopo aspri combattimenti contro le retroguardie sovietiche in ritirata, il 1º novembre il 3° bersaglieri riusciva ad occupare la città di Rykovo, scacciandone tre divisioni nemiche (la 74ª, la 262ª e la 296ª), mentre il giorno successivo furono i reggimenti della Pasubio, dopo una lotta casa per casa, a conquistare Gorlovka. Nell'abitato di Nikitovka, a qualche chilometro a nord di Gorlovka, invece, l'80º Reggimento della Pasubio si trovò circondato dal 6 al 12 novembre da preponderanti forze sovietiche (la 74ª divisione fucilieri) e riuscì a sganciarsi e rientrare a Gorlovka solo grazie all'aiuto di altri reparti della Pasubio e della Celere e dell'aviazione, che ora operava dal vicino aeroporto di Stalino: la "Battaglia di Nikitovka" costò al CSIR centinaia di vittime, tra morti e feriti. La divisione Torino fu invece impegnata il 19 novembre in un combattimento presso il villaggio di Ubeschischtsche. Con l'approssimarsi del temibile inverno russo era giunta infine l'ora di consolidare il fronte raggiunto, calcolando anche che il CSIR era ormai stremato, essendo avanzato in territorio nemico in poco più di un mese per più di 200 chilometri dalla testa di ponte di Dnepropetrovsk, nonostante le avverse condizioni meteorologiche dell'autunno russo (freddo, pioggia costante, piste nella steppa diventate fango che bloccava continuamente il movimento degli automezzi) Inverno 1941-42: battaglie difensive Ormai bloccato dall'arrivo dell'inverno russo, con temperature che scendevano fino a venti, se non trenta gradi sotto zero, il CSIR utilizzò il resto del mese di novembre e le prime settimane di dicembre per attestarsi su una linea più corta e meglio difendibile. Le operazioni di rafforzamento del fronte durarono una decina di giorni, dal 5 al 14 dicembre, e furono chiamate la "Battaglia di Chazepetovka", dal nome di un villaggio ad alcuni chilometri da Rykovo. Gli italiani (in particolare la divisione Torino) affrontarono il 95º Reggimento della Guardia, una formazione speciale della NKVD, oltre a squadroni di cavalleria cosacca e battaglioni di fanti siberiani. Al termine della dura battaglia (costata 135 morti e più di 500 feriti) il CSIR si trovava ora schierato su una linea difensiva formata da capisaldi tra la città di Rykovo a ovest ed il fiume Mius a est, sul fianco sinistro, invece, a partire dal villaggio di Debaltseve, era attestata la 17ª Armata tedesca. Proprio su questa linea i sovietici, meglio abituati e più attrezzati a resistere ai rigori dell'inverno russo rispetto agli italo-tedeschi, il giorno di Natale scatenarono una pesante offensiva, poi denominata "La Battaglia di Natale", che investì in pieno il 3º Reggimento bersaglieri e la Legione Tagliamento. Un battaglione di bersaglieri fu accerchiato per dieci ore prima di riuscire a ritirarsi. Il CSIR comunque riuscì a riorganizzarsi e tra il 26 ed il 28 dicembre le divisioni Pasubio e Celere insieme a un reggimento e una formazione di panzer tedeschi fecero scattare la controffensiva, che consentì di riprendere le posizioni perse nel corso dell'attacco sovietico di Natale (la battaglia costò 168 morti, 715 feriti e quasi 210 dispersi). A fine gennaio il CSIR dovette invece soccorrere con alcuni reparti le truppe tedesche della 17ª Armata tedesca in difficoltà nell'area di Izium (cento chilometri a nord di Gorlovka), dove i sovietici avevano sfondato il fronte penetrando nelle retrovie per un centinaio di chilometri. Da gennaio a marzo del 1942 il CSIR, scarsamente impegnato in azione fu potenziato con nuove unità giunte dall'Italia: Battaglione alpini sciatori Monte Cervino, 6º Reggimento bersaglieri, 120º Reggimento artiglieria. Il 4 giugno 1942 il CSIR passò alle dipendenze della 17ª Armata tedesca; dal 9 luglio, infine, il CSIR entrò a far parte dell'ARMIR con la denominazione di XXXV Corpo d'armata. Fino a quel momento il CSIR, su un totale di circa 62 000 uomini, aveva avuto oltre 1 600 morti, 5 300 feriti, più di 400 dispersi e oltre 3 600 colpiti da congelamento
Vi avverto con me non avrete pace su questo argomento, essendo un'appassionata da quando a 12anni ho letto "Centomila gavette di ghiaccio" di Giulio Bedeschi
FedeTere
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