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| Eliogabalo nato come Sesto Vario Avito Bassiano è stato un imperatore romano della dinastia dei Severi, che regnò dal 16 maggio 218 alla sua morte.
Eliogabalo nacque nel 203 col nome di Vario Avito Bassiano; era figlio di Sesto Vario Marcello e di Giulia Soemia Bassiana.
Suo padre era membro dell'ordine equestre ed aveva fatto la carriera amministrativa a Roma sotto l'imperatore Settimio Severo, fondatore della dinastia dei Severi. Sua madre era la figlia maggiore di Giulia Mesa, vedova del console Giulio Avito, e sorella dell'imperatrice Giulia Domna, e cognata dell'imperatore Settimio Severo; Giulia Soemia era dunque cugina dell'imperatore Caracalla, il quale aveva estinto, alla propria ascesa al trono, la discendenza maschile diretta della dinastia per timore di essere rovesciato.
Il bisnonno materno di Eliogabalo, il padre di Giulia Domna e di Giulia Mesa, era Giulio Bassiano, il quale teneva per diritto ereditario il sacerdozio del dio solare El-Gabal ad Emesa; lo stesso Eliogabalo era gran sacerdote di questa divinità.
Quando l'imperatore Macrino assunse il potere, dovette decidere come eliminare il pericolo costituito per il suo regno dalla potente famiglia del suo predecessore assassinato, Caracalla; il nuovo imperatore si limitò ad esiliare Giulia Mesa, le sue due figlie, e il suo più anziano nipote, Eliogabalo, nella loro tenuta ad Emesa in Siria, senza nemmeno confiscare i loro beni. Nella sua città d'origine il futuro imperatore, dopo aver passato la propria giovinezza a Roma, assunse il rango che gli spettava per diritto familiare, assumendo la carica di gran sacerdote di El-Gabal.
Appena giunta in Siria, Giulia Mesa iniziò a tramare al fine di spodestare Macrino dal trono di imperatore e dare la porpora al nipote appena quattordicenne.Eliogabalo e sua madre accondiscesero con prontezza ai piani di Mesa e dichiararono, falsamente, che il giovane era il figlio illegittimo di Caracalla, e dunque colui al quale dovevano la propria lealtà coloro che l'avevano giurata al precedente imperatore. questo punto Giulia Mesa fece balenare le proprie ricchezze davanti alla Legio III Gallica, di stanza a Raphana, ed ottenne il giuramento di fedeltà ad Eliogabalo da parte della legione. All'alba del 16 maggio 218, Publio Valerio Comazone Eutichiano, comandante della III Gallica, dichiarò Eliogabalo imperatore
La contromossa di Macrino, che si trovava ad Antiochia di Siria, fu quella di tentare di debellare la ribellione inviando nella regione il proprio prefetto del pretorio, Ulpio Giuliano, con un piccolo contingente militare, ritenuto sufficiente a debellare l'usurpazione; accadde, però, che le forze di Giuliano gli si rivoltarono contro e passarono dalla parte di Eliogabalo. Macrino fuggì verso l'Italia, travestito da corriere, ma venne catturato presso Calcedonia ed in seguito giustiziato in Cappadocia. Suo figlio Diadumeniano, mandato per sicurezza presso i Parti, fu invece catturato a Zeugma ed anche lui messo a morte
Eliogabalo considerò la data della vittoria ad Antiochia come l'inizio del suo regno ed assunse la titolatura imperiale senza la preventiva approvazione del Senato, violando in questo modo la tradizione, ma iniziando una pratica che fu poi ricorrente tra gli imperatori romani durante il III secolo.
Eliogabalo e la sua corte passarono l'inverno del 218 a Nicomedia in Bitinia, allo scopo di consolidare il proprio potere. Qui le credenze religiose del nuovo imperatore si dimostrarono per la prima volta un problema. Per abituare i Romani ad essere governati da un imperatore che era in realtà un sacerdote orientale, Giulia Mesa fece inviare a Roma un ritratto di Eliogabalo in vesti sacerdotali, che venne posto sopra l'altare della Vittoria nella Curia.
Le legioni furono scoraggiate dal comportamento dell'imperatore e si pentirono rapidamente di averlo sostenuto. Quando la corte di Eliogabalo raggiunse Roma nell'autunno 219, Comazone e gli altri alleati di Giulia Mesa e dell'imperatore ricevettero incarichi lucrativi e influenti, con grande oltraggio dei senatori.
La relazione tra Giulia Mesa, Giulia Soemia ed Eliogabalo fu molto stretta, per lo meno all'inizio. La madre e la nonna del giovane imperatore ricevettero l'onore di assistere alle sedute del Senato romano. Inoltre L'imperatore costituì anche il senaculum mulierum, il "Senato delle donne", autorizzato a decidere su argomenti limitati, che si riuniva sul Quirinale.
Sul piano edilizio, Eliogabalo abbellì Roma costruendo il circo Variano nella parte orientale, il tempio del Sol Invictus sul palatino (Elagabalium) e completando le terme di Caracalla con palestre, negozi e altri annessi.
La politica religiosa fu l'elemento prioritario di Eliogabalo, tutto compreso nella sua funzione di gran sacerdote, ma, al contempo, fu anche la causa primaria dell'opposizione che dovette affrontare: il suo obiettivo principale, infatti, non era semplicemente quello di far entrare il dio sole di Emesa, El-Gabal, nel pantheon romano, ma quello di renderlo la divinità principale della Religione romana, prima associandolo a Giove e poi facendovi confluire tutte le divinità romane.
Ulteriore oltraggio alla sensibilità religiosa dei Romani fu causato dalla sua decisione di unirsi in matrimonio con la vergine vestale Aquilia Severa: l'unione del sacerdote del dio sole con la sacerdotessa della dea Vesta avrebbe dato, nelle intenzioni dell'imperatore, "bambini simili a dei";si trattava della rottura di una antichissima e onorata tradizione romana, tanto che, per legge, una vestale che avesse perso la propria verginità veniva seppellita viva.
Per diventare l'alto sacerdote di El-Gabal, Eliogabalo si fece circoncidere, costringendo pure alcuni suoi collaboratori a fare lo stesso: Cassio Dione Cocceiano racconta che pensò persino di castrarsi, ma non ebbe poi il coraggio di farlo. L'imperatore obbligò i senatori a guardarlo mentre danzava attorno all'altare di Deus Sol Invictus al suono di tamburi e cimbali, e nel giorno del solstizio d'estate fu istituita in onore del dio una grande festa, popolare tra le masse per via della grande distribuzione di viveri.
L'orientamento sessuale di Eliogabalo e la sua identità di sesso sono stati origine di controversie e dibattiti; va notato, però, che in Eliogabalo l'aspetto religioso e quello sessuale erano profondamente intrecciati, come normale nella cultura orientale, ma la società romana non comprese questo aspetto a essa alieno e dunque considerò stravaganti e scandalose le pratiche sessuali del proprio imperatore, tra cui le orge, i rapporti omosessuali e transessuali, la prostituzione (sacra), all'interno delle quali va intesa la ricerca dell'androginia e della castrazione. Eliogabalo sposò, per poi divorziare, cinque donne, tra cui la verstale che sposò ben 2 volte. Stando però al senatore e storico contemporaneo Cassio Dione Cocceiano, la sua relazione più stabile sarebbe stata quella con un auriga, uno schiavo biondo proveniente dalla Caria di nome Ierocle, al quale l'imperatore si riferiva chiamandolo suo marito. La Historia Augusta, scritta un secolo dopo i fatti, afferma che sposò anche un uomo di nome Zotico, un atleta di Smirne, con una cerimonia pubblica nella capitale, Cassio Dione scrisse inoltre che Eliogabalo si dipingeva le palpebre, si depilava e indossava parrucche prima di prostituirsi nelle taverne e nei bordelli,[ e persino nel palazzo imperiale. Erodiano commenta che Eliogabalo sciupò il suo bell'aspetto naturale facendo uso di troppo trucco. Venne spesso descritto mentre «si deliziava di essere chiamato l'amante, la moglie, la regina di Ierocle», e si narra che abbia offerto metà dell'Impero romano al medico che potesse dotarlo di genitali femminili. Di conseguenza, Eliogabalo è stato spesso descritto dagli scrittori moderni come un transgender, molto probabilmente un transessuale.
Entro il 221, le eccentricità di Eliogabalo, in particolare la sua relazione con Ierocle, causarono il progressivo scollamento tra l'imperatore e la guardia pretoriana. Inoltre l'imperatore fece anche alcune scelte politiche poco felici, come l'assunzione del consolato per tre volte consecutive. Quando Giulia Mesa si accorse che il sostegno popolare ad Eliogabalo stava crollando rapidamente, decise che lui e sua madre Giulia Soemia, che lo aveva incoraggiato nelle sue pratiche religiose, dovessero essere rimpiazzati da qualcuno di più affidabile e popolare. Per trovare un sostituto al soglio imperiale, Giulia Mesa si rivolse all'altra figlia, Giulia Mamea, e al di lei figlio, il tredicenne Alessiano (che assunse il nome di Alessandro Severo): Eliogabalo venne convinto ad associare il cugino al potere per lasciare a lui le cure secolari e meglio dedicarsi a quelle religiose. Alessandro fu adottato dal cugino.
Eliogabalo, però, si rese conto che i soldati, il Senato e il popolo preferivano il cugino a lui, e decise di cambiare le cose. Dopo aver tentato ripetutamente e inutilmente di far assassinare Alessandro, protetto dalla nonna Giulia Mesa, l'imperatore ordinò al Senato di annullare l'elezione a cesare del cugino e di ricoprire di fango le sue statue, ma i soldati si ribellarono ed Eliogabalo si salvò dalla loro rabbia a malapena, e l'ordine non venne, conseguentemente, eseguito
I rapporti tra Eliogabalo ed il cugino/figlio si deteriorarono rapidamente entro la fine del 221: solo per le pressioni della madre e della nonna l'imperatore accettò di comparire in pubblico assieme ad Alessandro in occasione della loro assunzione del consolato. L'imperatore si presentò al campo dei pretoriani l'11 marzo 222, assieme al cugino e alla propria madre Giulia Soemia; al suo arrivo i pretoriani iniziarono ad acclamare il loro favorito Alessandro, ignorando Eliogabalo, che ordinò allora l'arresto e l'esecuzione sommaria di coloro che sostenevano Alessandro, con l'accusa di ribellione. Di tutta risposta, i pretoriani assalirono l'imperatore e poi sua madre. Fece un tentativo di fuggire, e sarebbe riuscito a raggiungere un qualche luogo nascosto in una latrina, se non fosse stato scoperto e ucciso, all'età di diciotto anni. La madre, che lo abbracciò e lo strinse fortemente, morì con lui; le loro teste vennero spiccate dal busto e i loro corpi, dopo essere stati denudati, vennero prima trascinati per tutta la città, e poi il corpo della madre venne gettato in un posto o in un altro, mentre il suo venne gettato nel fiume
Con la sua morte, molti dei suoi collaboratori vennero uccisi o deposti, inclusi Ierocle e Comazone. I suoi editti religiosi vennero annullati ed El-Gabal venne mandato indietro ad Emesa. Alle donne venne proibito per sempre di partecipare alle sedute del Senato romano, mentre venne decisa la damnatio memoriae contro di lui: le sue statue vennero distrutte, il suo nome cancellato dai documenti e dalle iscrizioni, venne proibito di piangerlo pubblicamente e di seppellirlo.
Personalmente ritengo che alcune cose dette su di lui sono calunniue, insomma, aveva 18 anni quando è morto, in 4 anni cos'è diventato???? Un mostro di degenerazione??? Forse qualcosa si, ma ci sarebbe da ridimensionare il tutto
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