Vittorio Emanuele II e la Bella Rosina, Vita amorosa segreta del primo Re d' Italia

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view post Posted on 29/3/2011, 09:29
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Vita sentimentale segreta di Vittorio Emanuele II

Che Vittorio Emanuele non corrispondesse né fisicamente , né tantomeno caratterialmente al tipico esponente della casa di Savoia , balza decisamente all' occhio , tanto che il D' Azeglio mise in giro la fola , campata in aria , che il vero principe fosse morto a Firenze all' età di due anni in un incendio , che veramente ci fù , e che costò la vita alla nutrice , che morì per le ustioni riportate , e fosse stato sostituito dal figlio di un macellaio , un certo Tanaca , che avrebbe rinunciato alla paternità , per vederlo salire al trono di Sardegna.
A parte le leggende , l' unica cosa che lo accomunava ai predecessori era la passione per la caccia , non solo per quella al cervo o al capriolo , anche e soprattutto quella alle gonnelle di giovani contadine , fugaci amori campestri (al giorno d' oggi diremmo volgarmente sveltine) , di cui nessuno si lamentò mai , un contributo alla futura dote della ragazza tacitava il fatto , lasciando tutti soddisfatti.
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La relazione con la bella Rosina era cominciata cosí, durante una giornata di caccia , il principe , che aveva l' abitudine di frequentare trattorie e di intrattenersi affabilmente con tutti , parlando in dialetto , la lingua che usava correntemente anche a corte , riservando il francese per le occasioni importanti (l'Italiano non lo parlò mai correntemente) incontrò ,, nei pressi di Racconigi Teresa Luisa Rosa Maria Vercellana , chiamata in paese “la Bella Rusin”, nulla avrebbe fatto supporre un esito diverso dal solito , tranne il fatto che gli incontri furono alquanto ripetuti.
Dopo qualche tempo infatti la famiglia di lei sollecitò al re un contributo , affinché la ragazza potesse rifarsi una vita sposando un sergente dell' esercito , inaspettatamente Vittorio Emanuele reagí , il malcapitato aspirante venne mandato in Sardegna , e Rosina fu sistemata convenientemente a Torino.

Stando a quel che egli stesso raccontò a una sua ex amica , l'attrice Laura Bon , Vittorio Emanuele conobbe la Vercellana nel 1847 , 14 anni lei, 27 lui.
Rosina era nata a Mirafiori presso Stupinigi (altre fonti dicono nata a Moncalvo , nel Monferrato , altre ancora a Nizza Marittima) l' 11 Giugno 1833 , e abitava a Pinerolo coi suoi , Il padre , Giovanni Battista , era stato tamburo maggiore del regio esercito , ora è postiglione su una diligenza nel circondario di Casale , Vittorio Emanuele lo definirà “una perla d' uomo” , la ragazza di campagna avvicinò dunque il suo principe per ottenere la grazia al fratello Domenico , che si era meritato gli arresti (per altre fonti , l' occasione sarebbe stata una battuta di caccia nel Monferrato) , difficile che un soldato nei guai abbia mai avuto una patrona cosí persuasiva , la Rosina , per i canoni del tempo era una bellezza , un genuino prodotto delle valli piemontesi , Vittorio Emanuele aveva il gusto delle cose schiette , il vino , la caccia , la donna dei paesi suoi e il genio delle conquiste spicce.
Intorno a lui non troviamo infatti nessuna donna fatale , nessuna di quelle avventure esotiche per le quali altri romantici rampolli di antiche famiglie consumavano patrimoni e facoltà psichiche , nelle stazioni termali di mezza Europa , incrementando i memoriali e gli scandali , men che meno una di quelle dame politiche stile salotto culturale e mondano.
Nel ramo cultura, Vittorio Emanuele arrivò fino al mondo del teatro, conquistando due attrici , Laura Bon (da cui hà una figlia , Emanuela Maria Alberta , registrata come figlia del conte Vittorio di Roverbella) ed Emma Ivon , che frequentò nelle capitali che precedettero Roma , la Bon a Torino , la Ivon a Firenze , ma furono relazioni discrete , senza grandi slanci di passione romantica da giovane Werter , né da scene di disperazione da parte delle attrici , che rimasero con lui in buoni rapporti .
Si conoscono i nomi di molte altre donne , alcune figliarono (da cui la celebre frase , attribuita al solito D' Azeglio:Se continua così , più che il padre della patria , sarà il padre degli italiani) , ma ne ometto la lunga lista , dopo una ventina di nomi da varie fonti , hò rinunciato a completarla , anche perchè molti dei libelli scritti da repubblicani radicali assomigliano più alla pura maldicenza e alla calunnia che alla cronaca , dirò solo che un figlio naturale fù il futuro generale degli alpini Giacomo Etna.
Anche la contessa di Castiglione , pare abbia usufruito di parecchi “fugaci incontri” col Re , nei suoi carnet , piccole agende che spesso le dame tenevano legati ai polsi , ella registrava gli incontri di ogni giornata , contrassegnando i nomi con una lettera , a seconda del carattere dell' incontro , pare che la lettera F significasse “incontro carnale” , in questi carnet la lettera F non manca mai , dopo il nome del Re.
Vittorio si era sposato nel 1842 , a 22 anni con Maria Adelaide , una Asburgo , fù naturalmente un matrimonio politico , il che non impedì loro di avere 6 figli .
La regina Maria Adelaide del resto era abituata a passar sopra alle evasioni piú o meno spicciole di questo marito , di cui certo si poteva criticare l' elastica morale , ma non certo la vitalità , e lo fece senza musonerie , senza farlo pesare , tanto che la gente , con la stessa simpatia che dimostrava al fedifrago , la chiamava santa , il diplomatico francese Ideville , riferì che un giorno , la regina incontrato uno dei figli di vittorio e Rosina durante una passeggiata nel castello di Stupinigi , lo prese tra le braccia , col volto inondato di lacrime.
Ma torniamo al momento in cui Rosina si stabilisce a Torino , il padre sarà stato una pasta d' uomo , ma arrivarono un sacco di parenti che la scortavano ovunque, tutti parati a festa , a teatro come al passeggio del Valentino , una vecchietta che aveva sempre venduto fiammiferi sotto i portici ( una fantomatica zia di Rosina?) parlava addirittura del re come di suo "nipote" Vittorio.
Il Re reagì subito , il clan di Pinerolo venne opportunamente ridimensionato dagli aiutanti del re , Rosina tuttavia riuscí a piazzare a corte un cugino, Natale Aghemo , che divenne conte e addirittura capo di gabinetto del re , la sua posizione cominciò a far pensare quando il re esonerò il generale Cigala , da trent'anni in servizio a corte , perché aveva rifiutato alla ragazza una vettura con lo stemma della real casa.
Chi , al solito , mostrava di non accusare il colpo era la regina che aveva dato al re sei figli , e continuava a tirare avanti tra sorrisi e opere pie , ma fu proprio la scomparsa della moglie a mettere in crisi nel 55 il ménage di Vittorio e di Rosina , pare che il Re fosse stato veramente addolorato per la scomparsa della moglie , che aveva svolto il suo ruolo istituzionale da vera Asburgo , senza mai frapporre ostacoli alla politica e al buon nome del marito , che ora si trovava vedovo , con i ministri che cercavano di procurargli un nuovo matrimonio politicodinastico.
Dopo la brillante partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea , voluta dal Cavour , i sovrani di mezza Europa si mostravano interessati a imparentarsi col re di quel piccolo stato che , grazie al genio di Cavour e all'evolversi della situazione internazionale , stava espandendosi riscuotendo forti simpatie in ambito europeo.
Napoleone III , voleva dare in moglie a Vittorio Emanuele II una principessa dei belgi, altri la vedova del suo stesso fratello Ferdinando , Elisabetta di Sassonia, anche la regina d'Inghilterra , che aveva invitato Vittorio Emanuele a Windsor per insignirlo dell'ordine della Giarrettiera , pur avendo espresso privatamente alcune riserve sul personaggio , avanzò la candidatura di sua figlia Mary.
Malgrado i vantaggi che potevano derivargli da tali prestigiose alleanze dinastiche , Vittorio Emanuele si mostrò insensibile , a proposito della principessa inglese , ebbe poi a dire che la pur bellissima Mary “sapeva troppo di greco e di latino” manifestando cosí quell' allergia verso la donna colta , ma intrigante , o semplicemente accampante giudizi di opinione o di veto che nei Savoia era ereditaria , infatti , avevano escluso le donne dalla linea di successione sin dal XV secolo.
Vuoi per questi ancestrali timori , vuoi per il desiderio sempre legittimo , in un ex-marito , di conservare la libertà, o , molto probabilmente per l'attaccamento che egli portava ormai alla Rosina , Vittorio Emanuele se ne uscí dunque incolume dalla congiura matrimoniale montata dai suoi ministri.
Rosina cucinava per lui i cibi tradizionali della cucina piemontese , gli tagliava le unghie dei piedi , come tradizione nelle campagne , lo trattava con l' affetto e la deferenza delle mogli borghesi dell' epoca , il Re , nelle cene ufficiali , non toccava cibo , mettendo tutti i commensali in imbarazzo , detestava ogni forma di etichetta e , in fondo , si considerava un borghese , proprietario terriero , e lei lo faceva sentire tale.
Poco dopo Rosina si ebbe la sua contea di Mirafiori e Fontanafredda , titolo che trasmise ai due figli , Vittoria (1850-1919) ed Emanuele Alberto (1851-94).
La svolta matrimoniale avvenne nel 69 , a S. Rossore , in dicembre , il re si buscò una brutta polmonite , quando i suoi medici lo dettero per spacciato si risolse a quel matrimonio religioso cui anche il parroco di Mirafiori lavorava da tempo , la notte del 18 , alla presenza del principe ereditario, del principe di Carignano , del primo ministro Menabrea e di pochi intimi.
Quella notte Vittorio Emanuele ebbe due sacramenti , matrimonio e olio santo , quest'ultimo decisamente in anticipo , visto che l'anno seguente , il fatale 1870 di Porta Pia, egli entrò trionfalmente in Roma capitale dell'Italia unita.
Ovviamente fù un matrimonio morganatico , il che comportava la non ereditarietà , né delle proprietà , né , tantomeno , dei titoli.
Il successo della dinastia portava però nuovi obblighi , i coniugi Vittorio e Rosina non potevano far parlare di sé , erano l'unica famiglia reale rimasta al potere nella penisola , l'unico bersaglio, sotto gli occhi degli aristocratici che ora guardavano a loro , magari nostalgici di altre corti , e c'erano inoltre i repubblicani , l'opposizione, non ci si poteva permettere di offrire il fianco alle critiche.
La Rosina cosí non raggiunse il vertice , quel matrimonio civile , ovvero la corona d'Italia, a cui penso non abbia mai teso , anche se qualche storico pone il dubbio.
Alla contessa di Mirafiori , residente in una villa sulla Salaria che il re raggiungeva ogni giorno uscendo dalla foresteria del Quirinale , si addiceva ormai il più stretto riserbo , quando , con l'appoggio del ministro Nicotera , ella fece allontanare in quattro e quattr'otto da Roma una avventuriera che aveva fatto colpo sul figlio, non pochi giornali scrissero protestando , che la salvaguardia del contino di Mirafiori non giustificava un tale provvedimento ai danni di una straniera.
Seppe accettare la sua situazione di moglie ombra, poi, di vedova , al punto che la corona di fiori che inviava al Pantheon ogni anniversario della scomparsa di Vittorio Emanuele non recava alcun nome.

La contessa di Mirafiori morí a Pisa nell' 85 , in casa della figlia marchesa Spínola Grimaldi , fu sepolta a Mirafiori come una regina.
Nel '77 aveva avuto la soddisfazione di vedere pubblicata la notizia delle sue nozze morganatiche col primo re d'Italia sull'Almanacco di Gotha , e pare che il Nigra non sia stato estraneo alla cosa.
Vale la pena di ricordare i figli di Vittorio e della Rosina , all' anagrafe vengono denunciati come figli di ignoti , e gli viene attribuito il cognome Guerrieri , sono Vittoria nata il 1° Dicembre 1848 ed Emanuele Alberto nato il 4 Ottobre 1851.
Emanuele Alberto Guerrieri parteciperà insieme al padre alle operazioni militari della terza guerra d' indipendenza nel 1866 , fonda anche le rinomate Cantine di Fontanafredda , prestigiosa ditta vinicola ancora esistente , dimostrandosi un valente pioniere della viticultura piemontese.
Vittoria sposa nel 1868 il marchese Giacomo Filippo Spinola , primo aiutante di campo del Re.
I due figli verranno riconosciuti come legittimi dalla contessa di Mirafiori solo nel 1879 , trasmettendo il titolo al figlio di conte di Mirafiori e Fontanafredda.

Fonti:
La politica di Cavour – Storia d' Italia – Indro Montanelli – Fabbri Editori
I Savoia – Gianni Oliva – Mondadori
I Savoia – Adelaide Murgia – Mondadori
Associazione Centro Studi Beppe Fenoglio
 
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view post Posted on 29/3/2011, 14:06

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Molto interessante la storia "segreta", che poi tale ovviamente non era, di Vittorio Emanuele II e della Bella Rosina. Direi che le donne che ottengono il potere giocando le carte a loro disposizione, perchè di questo si tratta, mi affascinano sempre di più.
Ecco una foto della Bella Rosina credo risalente al periodo del matrimonio morganatico col re:
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Fu si, molto amata dal popolo ma è vero che le dedicarono una canzone, La bela Gigogin?
 
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view post Posted on 29/3/2011, 16:31
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Che le masse popolari identificassero la Rosina nella Bella Gigogin è pensabile , ma che Paolo Giorza nel comporre la canzone si ispirasse a lei è altamente improbabile , la compose nel 58 , quando il rapporto era ancora semisegreto , per giunta divenne una delle canzoni preferite dalle bande militari austriache e nella battaglia di Magenta fù addirittura suonata come gesto di sfida davanti alle truppe francopiemontesi .
 
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view post Posted on 29/3/2011, 16:46

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Ecco, sospettavo che non fosse dedicata alla Bella Rosina, forse soltanto il popolo la identificò completamente nella canzone.
 
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view post Posted on 3/4/2011, 14:53
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