L'opera di Petronio Arbitro, che lo stesso autore si impose di scrivere per divertire il lettore. Ma è davvero così? In effetti, leggendo il romanzo, perchè di questo si tratta, nonostante gli svariati generi letterari inclusi nel libro tra cui la satira menippea e la novella milesia, non è altro che una critica nei confronti della società del tempo, le differenze di classe fra liberti e schiavi e la continua libidine infuocata delle donne e degli uomini del tempo.
Il romanzo ripercorre la storia di un viaggio, quello di Encolpio e del suo amante, Gitone. I due, essendo omosessuali, vengono puniti dall'ira del dio Priapo che li condanna a sevizie sessuali subite da delle dame e che nel corso della storia li porterà a dividere. In realtà, il giovane Gitone non fa altro che tradire Encolpio, abbandonandolo più e più volte con gli altri compagni di avventure, prima Ascilto e poi l'anziano Eumolpo, l'intellettuale e il letterato del romanzo (facilmente individuabile nello stesso Petronio).
Del romanzo si hanno solo alcuni frammenti che racchiudono il momento più lungo del romanzo, la famosa cena di Trimalchione, una critica nei confronti dei "falsi" ricchi che non sanno come sperperare il denaro e le famosissime novelle milesie tra cui quella della Matrona di Efeso, che prende di mira i facili costumi delle donne romane.
Il romanzo è un susseguirsi di situazioni divertenti, erotiche e drammatiche, un susseguirsi di emozioni che sicuramente prendono di mira lo stesso lettore.
Da leggere.
Dal libro ne trasse un film il famoso Federico Fellini, che, distanziandosi appena dalla trama del romanzo e includendo scene a carattere onirico, si presenta come il film più controverso del regista italiano.