Vorrei pubblicare, quale compendio ed integrazioene alla bella esposizione di Diana, una mia ricerca sullo stesso tema.
La Maschera di ferro
Documenti storici e fantasie d'epoca.
Chi non ha letto il celeberrimo e godibilissimo romanzo di Dumas, Il visconte di Bragelonne, o non ha visto un film sul tema?
Una storia così avventurosa, ambientata in un'epoca e in una corte così affascinante e così ricca di misteri, veri o presunti che siano, pare il frutto di una fantasia lucida ma sfrenata, opera della mente dell'autore, uno dei primi autori di “bestsellers”, accusato persino, probabilmente non a torto, di aver assunto quelli che, da allora, in letteratura vengono definiti a tutt'oggi “negri”, cioè coloro che scrivono pezzi o canovacci, quando non opere compiute, per autori sulla cresta dell'onda..
Più probabilmente a mio personale giudizio, Dumas si affidò ad esperti di Storia sei/settecentesca, che contribuirono, con le loro conoscenze storiche all'approntamento del canovaccio romanzesco, all'esame dei fatti e delle illazioni d'epoca, derivante dalla conoscenza di altri autori che si erano detti testimoni o a conoscenza dei fatti, a volte fantasie fatte passare per certezze storiche, esaminiamo tutto ciò che sulla vicenda è stato scritto negli anni precedenti la stesura del romanzo.
Tralascerò le congetture moderne, riferendo solo le fonti d'epoca.
Esame dei documenti veri.
Esistono documenti inoppugnabili che attestano l'esistenza di un prigioniero mascherato, sono contenuti nei registri dei prigionieri, redatti da Stefano Du Junca, luogotenente del Re alla Bastiglia sul finire del XVII secolo.
Nel primo volume si legge:
Giovedì 18 Settembre 1698 alle ore tre del pomeriggio, il signor di Saint Mars, governatore del castello della Bastiglia, è giunto per farvi il suo ingresso, venendo dal suo governatorato delle isole Sainte Marguerite Horat, portando con sé, nella sua vettura, un vecchio prigioniero che aveva prima a Pinerolo (Pinerolo era all'epoca una fortezza usata anche come carcere di massima sicurezza n.d.r.) e che fa sempre tener mascherato, il cui nome non si conosce.
Nel secondo volume leggiamo:
10 Novembre 1703.......il prigioniero sconosciuto, sempre nascosto da una maschera di velluto nero, è morto oggi verso le 10 di sera.
Sono queste le uniche prove certe di un prigioniero mascherato, che aprirono la strada ad una miriade di congetture, storiche o letterarie, le più autorevoli furono formulate nientemeno che da Voltaire.
Documenti d'epoca precedenti la stesura del romanzo.
Voltaire ai suoi tempi era conosciuto come autorevole storico, avendo collaborato alla realizzazione dell'Enciclopedie proprio come realizzatore delle voci storiche, nel suo “Siècle du Louis XIV” . parla del prigioniero, dal viso coperto da una maschera di velluto nero, con molle d'acciaio e della deferenza con cui veniva trattato mentre si trovava prigioniero nell'isola di Sainte Marguerite, raccontò anche che un giorno incise un messaggio su un piatto di metallo, che gettò da una finestra dentro una barca da pesca.
Il pescatore, analfabeta, portò il piatto al comandante del castello, il quale, dopo averlo a lungo interrogato gli disse:Andate, e reputatevi di essere molto fortunato di non saper leggere,
In un altro testo “Questioni sull'Enciclopedia”, Voltaire avanzava l'ipotesi che il misterioso prigioniero fosse un fratello uterino di Luigi XIV, figlio nientepopòdimeno della Regina Anna d'Austria e di Mazzarino, il Re, alla morte di Mazzarino, scoperta la verità, avrebbe provveduto a segregare il giovane nascondendone la somiglianza, che doveva essere notevole, con una maschera.
Dati i precedenti di Anna d'Austria la cosa poteva anche sembrare credibile, già si mormorava di una figlia avuta da un servitore (si dice eliminato dal Re alla chetichella) di colore, che visse per anni a corte come dama, ne parla l'ambasciatore di toscana, che nell'autunno del 1695 dichiara di averla conosciuta, poco prima che la ragazza prendesse improvvisamente la via del convento, divenne suor Luisa Maria Teresa, con una pensione reale di 300 libbre d'oro, cosa vi fosse di vero nel racconto, non so, ma l'ambasciatore non fu l'unico diplomatico che ne parlò, la storia circolò per tutte le corti, e non fu certo l'unica storia “galante” che vide coinvolta la Regina.
Invece nelle “Memorie del duca di Richelieu, scritte dal suo segretario, l'abate Soulavie, si afferma che il detenuto fosse il gemello di Luigi XIV, nato poche ore dopo il primo, quindi, come noto, concepito prima del fratello ed erede, ma Luigi era già stato presentato alla corte come Delfino, e per evitare contestazioni, si decise di allontanare il fratello, prima in una villa campestre, e poi, divenuto adulto fu fatto “sparire” dal mondo, questa è la versione che Dumas adottò per quanto riguarda il nome e il livello del personaggio.
Altra ipotesi pseudostorica fu proposta in un libro del 1745, attribuito alla signora di Vieux Maison, l'uomo mascherato era Luigi di Borbone conte di Vermardois, figlio naturale di Luigi XIV, finito così per aver schiaffeggiato il delfino in piena corte, la tesi venne anche più tardi avallata da un libro di padre Grifet, elemosiniere della Bastiglia, ma è platealmente falsa, Luigi di Borbone morì, all'età di 16 anni all'assedio di Cambrais il 18 Novembre 1683, e questo è un dato indubbiamente storico.
Altra supposizione rocambolesca, cui trasse ispirazione Dumas per quanto riguarda la sostituzione del Re, avanzata da più scritti pubblicati, dice di un figlio, di nome Alessandro, che Anna d'Austria ebbe da Gastone d'Orleans, che venne poi reclutato nella compagnia dei moschettieri, alla storia si mescolano verità inconfutabili, provate storicamente, come il fatto che il 22 Agosto 1661 il Re fece arrestare il suo ministro delle finanze, Fouquet, con l'accusa di appropriazione indebita, e lo mandò alla fortezza di Pinerolo scortato dai moschettieri del capitano d'Artagnan, anche questo è un fatto storico, tra i cui uomini, si dice, vi fosse anche Alessandro, giunti alla fortezza e consegnati gli ordini, risultò che doveva essere arrestato anche Alessandro, cui fu imposta la maschera di velluto proprio per la straordinaria somiglianza col fratellastro.
Secondo questa storia, vent'anni dopo un gruppo ostile al governo del Re lo liberò e, rapito Luigi mentre segretamente tornava da un convegno amoroso, sostituirono Alessandro con lui, così il vero Luigi finì a Pinerolo con tanto di maschera sul viso.
Questa tesi ebbe molto successo, infatti spiegava l'effettivo cambio di rotta, quasi di personalità, che subì la politica del Re in quel tempo.
Ultima supposizione, alcuni sostennero che “la maschera” fosse il conte Ercole Mattioli, arrestato il 2 Maggio 1679 per tradimento, implicato nell'intrigo del ducato di Mantova, finito male per la Francia, di cui non si seppe più nulla, ma in questo caso non si spiega proprio la necessità di un mascheramento.
Conclusione personale.
Tutte queste supposizioni furono fatte un secolo prima della stesura del romanzo, Dumas, a mio personale giudizio, dopo aver trasformato il velluto nero in ferro (scelta d'effetto drammatico, ma in realtà impraticabile, a meno che non si voglia torturare il soggetto e provocarne prematuramente la morte) compose un mosaico delle parti più letterariamente funzionali per la stesura di un grande romanzo.
Fonti:
I Borboni di Francia – Gabriele Mandel - Mondadori
Il secolo di Luigi XIV - S. Antonello - Mursia
Ricordi di varie letture sulla vicenda.
Edited by Romeottavio - 15/2/2013, 09:30