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| Curriculum di un legionario
Mi è sembrato importante riportare l'unico curriculum vitae di un legionario del II° secolo a.c. pervenutoci attraverso Tito Livio , che probabilmente l'hà riportato dagli archivi e dagli annali della Repubblica Romana , da quegli archivi le cui strutture si possono ancora oggi vedere dietro l'arco di Settimio Severo nel foro. La perorazione si può datare al 171 ac. , il racconto militare comincia poco dopo la sconfitta di Cartagine , l'inizio dell' Impero di Roma sul mondo mediterraneo.
34. Quando il console ebbe detto quanto voleva, Spurio Ligustino, che faceva parte di coloro che si erano appellati ai tribuni della plebe, rivolse ai tribuni e al console la richiesta di poter dire poche parole al popolo. (durante i comizi centuriati era prassi comune perorare la propria causa attraverso una concione per ottenere incarichi , spesso , se si faceva leva sui trascorsi militari , la toga cadeva , fino a lasciare scoperte le cicatrici che attestavano il valore del postulante.)A quanto si dice, ottenuto il consenso di tutti, pronunciò questo discorso: Quiriti, io sono Spurio Ligustino, appartenente alla tribù Crustumina e oriundo dalla Sabina. Mio padre mi ha lasciato un iugero (Lo standard minimo era di due iugera , per poter essere considerato proprietario terriero) di terreno e una casupola in cui sono nato e cresciuto e in cui abito ancora oggi. Appena ne ebbi l'età , mio padre mi fece sposare la figlia di suo fratello che niente altro portò in dote se non la sua condizione di donna libera e il suo onore , oltre a questo, era prolifica quanto sarebbe bastato anche in una casa ricca. Noi abbiamo sei figli maschi e due figlie, entrambe sposate; dei figli, quattro rivestono la toga virile, due la pretesta. Ho prestato il mio primo servizio militare sotto il consolato di Publio Sulpicio e Gaio Aurelio.(200 ac.) In quell'esercito, che fu trasferito in Macedonia, militai contro il re Filippo in qualità di soldato semplice. Il terzo anno, in riconoscimento del mio valore, Tito Quinzio Flaminino mi fece centurione della decima centuria degli astati.(centurione semplice) Dopo la sconfitta di Filippo e dei Macedoni, fummo riportati in Italia e congedati, ma io, senza interrompere il servizio, partii come volontario per la Spagna agli ordini del console Marco Porcio.(Marco Porcio Catone il Censore) Che nessuno tra i comandanti viventi sia stato più acuto osservatore e giudice del valore lo sanno bene quanti hanno fatto esperienza di lui e degli altri comandanti durante un lungo servizio militare.( da questo panegirico si potrebbe arguire fosse un cliente di Catone che al tempo esecitava una grossa influenza politica) Ebbene, questo comandante mi ha giudicato degno di essere assegnato come primo centurione al primo manipolo degli astati.(il centurione del primo manipolo comandava tutti gli astati)Mi sono arruolato per la terza volta , ancora come volontario , nell'esercito mandato a combattere contro gli Etoli e Rè Antioco . Marco Acilio mi nominò centurione della prima centuria di principes.(quindi comandante di tutti i principes)Quando Antioco fù scacciato e gli Etoli sconfitti, fummo ricondotti in Italia. In seguito presi parte per due volte alle campagne che le legioni effettuavano per un anno.(ad ogni anno venivano eletti due consoli , ognuno con due legioni appositamente arruolate)Poi partecipai a due campagne in Iberia , una con il pretore Quinto Fulvio Flacco , l'altra con il comandante Tiberio Sempronio Gracco. Flacco mi ricondusse in patria dalla provincia , insieme ad altri che si erano distinti per il loro valore , per partecipare al suo trionfo , ma tornai in Spagna sotto richiesta di Tiberio Gracco. Nel giro di pochi anni ricoprii per quattro volte la carica di centurio primi pili (Centurione della prima centuria dei triarii , l'unico centurione che aveva accesso al Console o a chi ne faceva le veci nei consigli di guerra), ricevetti per trentaquattro volte un premio al valore (probabilmente falere , medaglioni con collare o donazioni in bottino o denaro) da parte dei generali e fui insignito di sei corone civiche.(le corone civiche venivano date a chi salvava un proprio commilitone (cittadino Romano) in battaglia , e veniva esposta nell'atrio della casa o indossate con le altre decorazioni ricevute nelle festività patrie)Hò compiuto ventidue anni di servizio e ora hò superato i cinquant'anni.
E' importante rilevare che Ligustino non menziona Scipione l' Africano o il fratellastro per quanto riguarda la campagna contro Antioco , di cui il fratello aveva il comando nominale , il che avvalora la tesi di una sua clientela verso Catone , a quei tempi critico verso l'africano al punto di accusarlo col figlio di corruzzione , fino a costringerlo al ritiro a vita privata. Fonti: Ab urbe condita XLII 34– Tito Livio Scipione l'Africano – Gianni Granzotto Il guerriero , l'oplita , il legionario – Giovanni Brizzi Roma contro Cartagine - Nic Fields Vita quotidiana nell' antica Roma – Karl Wilhelm Weeber Storia di Roma – Theodor Mommsen Il sangue di Roma – Luca Canali I grandi generali di Roma antica – Furio Sampoli Storia sociale dell'antica Roma – Geza Alfoldy Scritti di Polibio rastrellati quà e là nella memoria.
Edited by Romeottavio - 6/2/2013, 11:15
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