La politica di Ludovico il Moro, fallimento del Rinascimento italiano., Quella che il Guicciardini chiamò "La ruina d'Italia"

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view post Posted on 15/6/2013, 11:08
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Ludovico Sforza , detto il Moro , la Ruina d' Italia.





La figura di Ludovico , o Lodovico Maria , il Moro , vero archetipo e progenitore del politico machiavellico , privo di scrupoli e teso all' obbiettivo del potere assoluto , pronto ad usare diplomazia , forza e astuzia per i propri scopi , mi hà sempre affascinato , è veramente sorprendente osservare come questa profusione di abilità tattiche contingenti , in assenza di una visione strategica e di comprensione dell' evoluzione storica in atto , portò a quella che il Guicciardini nominò : La Ruina D' Italia.

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Prologo:

L' 8 marzo 1466 , morto improvvisamente il grande Francesco Sforza , creatore della dinastia , gli successe il primogenito .
Nonostante il padre gli avesse messo al fianco il maggior statista che la storia milanese avesse conosciuto , Cicco Simonetta , la politica di Galeazzo Maria stava progressivamente isolando il ducato.
Il fatto che gli altri stati italiani lo considerassero ancora un indispensabile polo della politica italiana , era solo un retaggio dell'importanza raggiunta dal ducato con Francesco Sforza , il lusso della corte , la palese dissolutezza e immoralità del duca e la sua acclarata incapacità , fecero dimenticare quel poco che di buono aveva fatto (o piuttosto che aveva fatto il Simonetta) per aiutare l'economia cittadina , con interventi a favore dell'industria e del commercio , non lasciò perciò nessun rimpianto nei suoi sudditi quando fù assassinato .
Il giorno di Natale del 1476 , fu pugnalato a morte da un gruppo di congiurati davanti alla chiesa di Santo Stefano .

La presa del potere:

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La crisi dello stato milanese faceva cadere un elemento forte dell'equilibrio tra gli stati italiani.
All'interno del ducato , le ribellioni che in molte città serpeggiavano vennero alla luce , il fatto che l'erede di Galeazzo Maria, Gian Galeazzo , avesse appena sei anni fece apparire disperato , pur con l'aiuto del Simonetta , il compito della reggente , la duchessa madre Bona di Savoia , tanto piú che c'erano pretendenti nella stessa cerchia familiare , i fratelli del duca defunto.
Essi erano: il pacifico Filippo Maria , il turbolento Sforza Maria , Ludovico detto il Moro , il piú astuto di tutti, Ascanio e Ottaviano.
Parve che un primo contrasto tra loro e la duchessa potesse essere composto grazie all'intervento del marchese di Mantova Ludovico Gonzaga , ma nel 1477 i fratelli Sforza cercarono di provocare in città una rivolta , riuscirono solo a impadronirsi delle fortificazioni di porta Tosa , poi , accerchiati dalle truppe rimaste fedeli alla duchessa , dovettero arrendersi e chiedere perdono alla reggente , o meglio al Simonetta che ne curava gli interessi , che lo concesse solo a patto che abbandonassero il territorio del ducato.
Ottaviano , che non aveva voluto arrendersi e aveva tentato la fuga morí annegando nel tentativo di passare a guado l'Adda , Sforza Maria dovette tornare nel suo feudo di Bari , Ludovico ebbe dalla cognata l'ordine di stabilirsi a Pisa , mentre Ascanio , futuro Cardinale , venne invitato a occuparsi della sua carriera ecclesiastica .
A quel punto Bona cedette almeno nominalmente il ducato al figlio , che assunse solennemente i suoi poteri il 2 aprile del 1478 , ma già il il 26 di quello stesso mese spuntavano sul ducato nubi minacciose di guerra.
Scoppiava infatti a Firenze la rivolta dei Pazzi , fomentata da papa Sisto IV e dal re di Napoli , fallita la rivolta , Sisto IV decise di intervenire apertamente contro Lorenzo de' Medici che chiese aiuto a Milano , Sisto IV allora cercò di mettere in difficoltà Milano provocando a Genova un'altra rivolta che dapprima' riuscí , poi fu domata con gran fatica e con gravi perdite dagli sforzeschi , altri guai arrivarono dalla Confederazione dei cantoni svizzeri a muover guerra a Milano sempre per istigazione del papa , cosí i milanesi non solo dovettero rinunciare ad aiutare Firenze , ma dovettero pensare a sè stèssi e non bastò ugualmente , visto che il 28 dicembre del 1478 l' esercito sforzesco fu praticamente distrutto a Giornico e solo il provvidenziale intervento del re di Francia indusse gli svizzeri a far la pace.
A peggiorare la situazione per il governo di Milano venne al principio del 1479 la notizia che i fratelli Sforza avevano abbandonato le città in cui erano stati relegati e si erano uniti alle truppe che agli ordini di Roberto da Sanseverino si apprestavano ad invadere il ducato di Milano , secondo loro pèr proteggere Bona e l' erede dallo strapotere del Simonetta , ma ancora all'inizio dell'impresa i ribelli subirono un duro colpo , moriva all'improvviso (si disse che era stato avvelenato per ordine di Cicco Simonetta) il piú autorevole degli Sforza , Sforza Maria.
Ludovico , piú portato alla diplomazia che alla guerra , cambiò di colpo tattica , chiese a Bona , tramite l' intermediazione del favorito (amante di lei) , il reggiano Antonio Tassino , che , tenuto lontano dal potere dal Simonetta , sperava in una istituzionalizzazione del suo ruolo , la riconciliazione , disse di riconoscere i propri torti e chiese di poter tornare a Milano facendo atto di completa sottomissione al legittimo duca , ci fu un breve intermezzo di intrighi e trattative , congiure e alleanze , nel caos piú completo all'improvviso venne , come un fulmine a ciel sereno , l'accordo tra Bona e Ludovico e tre giorni dopo era già chiaro che il nuovo padrone di Milano era il Moro , il Simonetta era già stato arrestato e poco dopo veniva decapitato.
Perdendo il Simonetta (ma l'ordine di arrestarlo l'aveva firmato proprio lei) Bona perdeva il solo alleato in grado di sostenerla contro il cognato , preferí invece fidarsi del suo favorito .
Mentre il Simonetta era ancora in carcere a Pavia in attesa della decapitazioneh, nell'ottobre 1480 anche il Tassino fu eliminato , il Moro lo bandì da Milano e quindi relegò lei e il figlio , il duca , nel castello di porta Giovia e , autonominatosi tutore del duca suo nipote , assunse ufficialmente e apertamente il potere in nome di lui.

La gestione del potere:

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A questo punto , saggiamente andò in aiuto di Lorenzo , per ricostituire l' equilibrio che i Medici e suo padre Francesco erano riusciti a creare.
Usando abilmente la propria diplomazia riuscí a far terminare nel marzo del 1480 la guerra contro Firenze.
Ma papa Sisto IV in aprile stringeva con Venezia un'alleanza che era dichiaratamente antifiorentina e antisforzesca , il Moro , Lorenzo de' Medici e Ferdinando di Napoli reagivano stringendo a loro volta una lega .
Questa breve pace armata fù interrotta nel 1482 , quando l' espansionismo Sforzesco indusse il signore di Parma , Pier Maria de' Rossi a un'estrema difesa , chiese aiuto a Venezia che intervenne , il primo attacco dei veneziani fu portato contro Ferrara , in favore di Ferrara intervenne la lega e la guerra divampò in tutta Italia.
Fù una guerra caotica , evènto nòn raro in un' epoca dove a combattere erano eserciti mercenari , usi a cambiar padrone spesso e volentieri , con continui rovesciamenti di fronti e di alleanze.
Il Moro cercò di tagliar corto firmando la pace separata con Venezia (7 agosto 1484), ma già si trovava in contrasto con Firenze per il possesso di Sarzana , senza contare che alle spalle lo attaccavano gli svizzeri.
Quando poi si profilò una nuova guerra , questa volta tra il re di Napoli e il papa , lo Sforza , sapendo che tutti gli stati italiani vi sarebbero stati coinvolti cercò di evitarla , i suoi sforzi diplomatici fallirono ed egli si schierò con Napoli .
L'intervento di una forte armata sforzesca comandata da Gian Giacomo Trivulzio , che in quella occasione fu definitivamente consacrato il massimo condottiero del suo tempo , portò alla vittoria di Montorio (7 maggio 1486).
Il papa fu costretto a trattare e nel' agosto la pace fu conclusa , il vero vincitore era lo Sforza , e lo riconobbero i genovesi , che l'anno dopo facevano atto di sottomisisone al ducato di Milano.
Nel 1493 il Moro aveva raggiunto una posizione tale da poter trattare con l'imperatore Massimiliano d'Asburgo per ottenere il titolo di duca di Milano , infatti nessuno degli Sforza prima di lui aveva avuto il titolo di duca dall'imperatore e perciò nemmeno Gian Galeazzo aveva formalmente alcun diritto al ducato , il Moro , politico tattico abilissimo , mancava in strategia e lungimiranza , nòn aveva capito la trasformazione in atto verso monarchie nazionali , e pensava che il vecchio ordinamento feudale lo avrebbe protetto , finì invece col legarsi còn un impero nòn più sovranazionale , che di lì a poco avrebbe ammesso il proprio ridimensionamento (e la propria impotenza) autochiamandosi Sacro Impero Romano della Nazione Germanica (e quindi solo di quella).
Le trattative furono abbastanza lunghe ma profittevoli , l'imperatore concesse il titolo e Ludovico in cambio gli concedeva la mano della nipote Bianca Maria (sorella di Gian Galeazzo ) con una sostanziosissima dote .
Il matrimonio di Massimiliano e Bianca Maria avvenne in quello stesso novembre, mentre l'investitura di Ludovico datò dal 5 settembre del 1494 , poco dopo, il 20 ottobre , Gian Galeazzo, non piú duca nemmeno di nome , moriva , nonostante la provvidenzialità del fatto , praticamente nessuno accusò il Moro , il duchetto , di non forte costituzione , conduceva una vita dedita agli stravizi .
Per Ludovico nonostante tutto incominciavano gravi preoccupazioni , perché malgrado trattati e alleanze formali gli altri stati e gli altri sovrani italiani gli erano fondamentalmente ostili
, né poteva contare su un impero che era ricco di nobiltà ma povero di mezzi , scegliendo comunque quella che gli pareva la condotta meno rischiosa , si legò ancor piú al re di Francia Carlo VIII , e quando questi negli ultimi mesi del 1493 scese in Italia per andare alla conquista del regno di Napoli , il Moro si schierò al suo fianco.
Ma appena Napoli fu caduta in mano ai francesi (22 febbraio 1495) si preoccupò per il peso che in Italia avrebbe avuto Carlo e per bilanciarlo concluse una alleanza con Venezia con la quale aveva iniziato trattative segrete tempo prima.
Per giunta una delle armate francesi rimasta in Piemonte al comando del duca di Orléans , incominciava a far scorrerie nel ducato di Milano (e il duca di Orléans vantava , in quanto discendente di Valentina Visconti , diritti sul ducato e trattava gli Sforza da usurpatori).
Le preoccupazioni non mancavano nemmeno per Carlo VIII , dovette abbandonare Napoli e ripartire dall' Italia , il 12 giugno a Fornovo , pur perdendo còn forti perdite la battaglia , riusciva ad aprirsi la via per il ritorno in Francia .

L' inizio della fine:



Il Moro credette che il ritorno fosse definitivo e che i francesi , memori delle perdite subite , avessero rinunciato all'Italia , pensando di utilizarli come pedina del suo gioco diplomatico , abbandonò Venezia , restando praticamente isolato sul territorio nazionale , firmò una pace separata con Carlo VIII il quale gli restituí Novara in cambio dell'impegno assunto dal Moro che , se la Francia avesse voluto ancora attaccare Napoli , avrebbe avuto l'aiuto di Milano.
Contro ogni calcolo dello Sforza , già l'anno dopo Carlo VIII gli chiese di mantenere quell'impegno , lo Sforza , senza alleati tergiversò , ma Carlo VIII spedí in Italia le sue armate al comando del duca di Orléans , allo Sforza non restava che chiedere aiuto all'imperatore Massimiliano , ma quando questi accettò di venire in Italia , venne con truppe e mezzi del tutto inadeguati .
Per di piú , tra la fine del 1496 e il principio del 1497 il Moro fu duramente colpito nei suoi affetti piú cari , il 24 novembre 1496 gli moriva la figlia Bianca , il 2 gennaio 1497 la moglie Beatrice D' Este.
Intanto la pressione francese ai confini del ducato aumentava , l'improvvisa morte (7 aprile 1498) di Carlo VIII illuse il duca di Milano di poter ora ottenere tregua , ma al trono di Francia salí , col nome di Luigi XII, proprio il duca di Orléans che subito si proclamò unico legittimo duca di Milano , e poco piú tardi , dopo essersi assicurato l'alleanza di tutti gli stati italiani , il 15 luglio 1499 ordinò al Trivulzio di invadere il Milanese.
A stento il Moro riuscí a fuggire da Milano e con le poche truppe rimastegli fedeli si rifugiò presso Massimiliano , a Innsbruck.
Qui preparò la rivincita , riuscí ad assoldare un esercito di 9000 svizzeri e borgognoni , il 2 febbraio , con una scorreria rapidissima entravano in Milano le avanguardie sforzesche , il 5 passava da Milano anche Ludovico che poi a Pavia riorganizzava il suo esercito e costringeva il Trivulzio a ritirarsi verso Novara.
Ma all'improvviso avviene il crollo , Venezia attacca e occupa Lodi e Piacenza , a Novara gli svizzeri al soldo del Moro si rifiutano di combattere , il resto dell'armata sforzesca è battuta (8 aprile) , il Moro , disperando ormai , chiede agli svizzeri di metterlo in salvo , gli vien concesso di mischiarsi , camuffato da soldato elvetico , alle truppe che sfilano davanti ai vincitori (10 aprile) . Viene riconociuto, catturato e.rinchiuso nella rocca di Novara.
Ascanio , informato della rovina del fratello cerca scampo fuggendo verso Roma , ma i veneziani riescono a raggiungerlo , e anche il cardinale vien consegnato prigioniero ai francesi.
Tradotto in Francia e relegato in un castello del Berry , il Moro vi finiva i suoi giorni il 27 maggio 1508.

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La fine.

Con la sua caduta , Milano cessava di essere uno stato libero e indipendente per diventare parte del regno di Francia , ma per breve tempo l'ombra degli Sforza fu ancora su Milano , nel 1512 Massimiliano , figlio di Ludovico , e più tardi il fratello Francesco II , riuscirono a detenere brevemente il potere del ducato , ma sempre sotto la protezione dell' impero di Carlo V , svolgendo più l' incarico di vicere che di Duchi , còn la morte senza eredi di Francesco il Ducato passerà defini tivamente all' Impero e quindi alla Spagna .
Da questo momento l' Italia diviene teatro di conquista e spartizione da parte delle potenze nazionali straniere .

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Hò qui tratteggiato gli avvenimenti politicomilitari , il personaggio meriterebbe un approfondimento per quanto riguarda la politica interna del ducato durante la sua signoria , sia dal lato delle politiche economiche che del mecenatismo e della vita privata , non priva di interesse .

Fonti:
Gli Sforza – G. Piazza – Mondadori
I terribili Sforza – Antonio Perria – Longanesi
I Medici – M.L. Rizzati – Mondadori
Il Magnifico – A. Altomonte – Rusconi
Gli Estensi – Bruno Rossi – Mondadori
Beatrice d' Este – S. Alberti de Mazzeri – Fabbri editori
L'Italia dei secoli d'oro – Montanelli, Gervaso – Rizzol
Storia d' Italia , il meriggio del Rinascimento – Montanelli , Gervaso – Rizzoli
Storia d'Italia - Francesco Guicciardini - Garzanti, ma la potete trovare gratuitamente qui:
www.letteraturaitaliana.net/pdf/Volume_4/t90.pdf

Edited by Romeottavio - 18/6/2013, 11:23
 
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