l'Enciclopedie, il manifesto dell'Illuminismo, I LIBRI CHE CAMBIARONO IL MONDO.

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view post Posted on 11/3/2019, 18:10
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Encyclopédie

o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri

Da giovanissimo in una libreria remainder mi capitò di trovare dei fascicoletti con copie fotostatiche dell'Enciclopèdie su bellissima carta “a mano”, restai affascinato dai bellissimi disegni tecnici, comprai un fascicoletto e chissà dove è ora, così ho pensato di trattare quella che secondo me ha segnato le vera data di nascita dell'Età Moderna, il 1751, l'anno della pubblicazione del primo volume dell'Enciclopedia.
Non fu un'idea originalissima, altri dizionari enciclopedici la precedettero, addirittura si prese un nome assonante alla Cyclopaedia, un Dizionario delle Arti e delle Scienze di Ephraim Chambers stampato dall'editore inglese Ephraim Chambers nel 1728, che poi era l'idea originaria dell'editore francese, che inizialmente voleva solo una traduzione di quest'opera, che non vide mai la luce in Francia.
La Cyclopaedia in patria e non solo ebbe un grande successo, era un monumentale dizionario enciclopedico in volumi doppi, uno in testo e l'altro in immagini organizzato alfabeticamente e compilato da autori diversi, esperti nei vari campi,nel 1749 vantò addirittura un'edizione tradotta in italiano, stampata a Venezia.
Ma in Francia dissensi anche violenti tra l'editore ed i traduttori che finirono anche in tribunale, impedirono la pubblicazione, che era già stata annunciata.
L'editore Le Breton pensò allora di pubblicarne una tutta nuova, ben più ampia della Cyclopaedia, affidandone prima la “direzione editoriale” all'abate e matematico Jean Paul de Gua de Malves, e poi a Denis Diderot.

Denid Diderot (1713-1784) Si laurea a Parigi, di indole brillante e gran conversatore, la passione per gli ideali illuministi, che gli costerà anche qualche giorno di prigione, gli permetterà di entrare in contatto con i maggiori pensatori della sua epoca, da Voltaire a Rousseau, per la sua conoscenza dell'Inglese gli viene affidata dapprima la traduzione della Cyclopaedia e poi la realizzazione dell'Enciclopedia, ed associa come condirettore editoriale Jean Baptiste Le Rond d'Alembert, sarà il suo coraggio e perchè no, anche la sua incrollabile testardaggine ed il suo coraggio a permettere la realizzazione dell'opera.

Jean Baptiste Le Rond d'Alembert (1717-1783) è già famoso nel mondo accademico francese, brillante matematico, fisico e filosofo, è cresciuto in un orfanotrofio,ma il padre naturale paga i suoi studi, e riesce a raggiungere i più alti livelli d'istruzione.
Grazie ai suoi studi sul calcolo integrale nel 1741 entra nell'Accademia delle Scienze e nell'Accademia di Berlino, della quale rifiuterà più volte la presidenza offertagli da Federico II.
Incontra Diderot nei salotti dell'aristocrazia illuminista parigina e l'idea dell'Enciclopedia lo affascina subito, collaboreranno insieme fino alla parziale rottura nel 1759.

Dopo anni di lavoro, nel 1750 viene pubblicato il “Prospectus”, una specie di piano dell'opera, che si annunciava grandiosa, ottenne un migliaio di sottoscrizioni e le condizioni di acquisto, dettagliate nell'ultima pagina, prevedevano: per dieci volumi in folio dei quali 2 di tavole: 60 lire d'acconto, 36 lire alla consegna del primo volume, prevista per l'anno dopo, 24 lire alla consegna dei successivi, scaglionati di sei mesi in sei mesi, 40 lire alla consegna dell'ottavo volume e dei due tomi di tavole. In tutto, 372 lire la prima Encilopedia Universale, che al termine dell'opera conterà 72.000 articoli scritti da più di 140 autori per un totale di 18.000 pagine di testo, senza contare i volumi di illustrazioni.
Nonostante le difficoltà che la ostacoleranno, l'impresa fu un vero successo editoriale: per 1.158.000 lire spese, ne furono guadagnate 2.162.000, praticamente raddoppiando l'investimento.

L'anno dopo viene pubblicato il primo volume, aperto dal famoso discorso di presentazione di d'Alembert, e tutto procede bene.

Nel Gennaio del 1752 esce il secondo volume, e qui cominciano i problemi.
I Gesuiti si scandalizzano per come certi argomenti vengono esposti, senza fare riferimento all'autorità divina, denunciano l'opera e la censura regia interviene, proibendo le pubblicazioni successive e requisendo quelle già pubblicate.
Per fortuna i salotti parigini illuministi insorgono, e madame de Pompadour, favorita di Luigi XV, si fa portavoce presso il Re.
Esiste una interessantissima lettera che Madame scrisse a Diderot, un capolavoro di diplomazia settecentesca, ella sa che probabilmente la lettera sarebbe stata letta da altri, e che mettersi apertamente contro la Chiesa può rappresentare un pericolo, come lo sarebbe dichiarare un suo potere sul Re, sarebbe solo autolesionismo, ma informa tra le righe Diderot del suo appoggio, che sarà decisivo.

Non cedo alla tentazione di pubblicarla tutta per non tediare il lettore, mi limito a riportarne l'inizio e la fine tralasciando il resto:

Non posso far nulla per la questione del Dizionario Enciclopedico,
Si dice che quel libro contenga massime contrarie alla Religione ed al potere del Re.
Se ciò è vero bisogna bruciare il libro, se non lo è bisogna bruciare i calunniatori.
Ma disgraziatamente sono gli ecclesiastici ad accusarvi e loro non vogliono mai aver torto.

…..............................................................................

Se il libro non è come essi dicono, non posso che compiangervi ed esecrare l'ipocrisia ed il falso zelo, aspettando che mi diate l'occasione di esservi utile.

In effetti la Marchesa sarà utilissima, si fa ospitare spesso dal proprio medico personale, Francois Quesnay, che è anche un autore di voci mediche nell'Enciclopedia, parecchie volte, e qui incontra Diderot e d'Alembert per informarli sulle sue mosse a corte e consigliarli sulle mosse loro.
Alla fine la bella dama l'avrà vinta, il Re, che non ama le idee troppo complicate ed innovative, alla fine cede e permette la pubblicazione dell'opera, grazie anche all'intervento di un magistrato, Malesherbes, responsabile delle biblioteche e della censura reale sulle stampe, sarà lui ad accogliere in casa il terrorizzato Diderot, con i manoscritti del terzo volume già pronto per la stampa, per salvarli dalla distruzione.

I gesuiti non potevano fare migliore pubblicità all'opera, i lettori accorrono in massa a sottoscrivere l'acquisto, pur essendo molto costosa, borghesi danarosi, aristocratici dei salotti e studiosi di successo ed accademici ne decretano un successo insperato, una incredibile vittoria della “Ragione” sulla “Religione” che entusiasma Diderot, ma spaventa d'Alembert, che si ritira dalla posizione di condirettore e resta semplice redattore delle voci di Matematica e delle Scienze.
Così dal 1753 al 57 vengono pubblicati 5 volumi.
Sorgono anche divergenze tra i filosofi, Rousseau, in polemica con la voce “Ginevra” scritta da d'Alembert, abbandonò il progetto.
Ma le polemiche continuano, nel 1758 viene bruciato sulla pubblica piazza “Dello Spirito” volume di filosofia di Helvetius, uno dei più noti estensori dell'Enciclopedia.
Nel 1759 i Gesuiti tornano alla carica, e l'Enciclopedia viene di nuovo bloccata, costringendo autori ed editore a lavorare quasi clandestinamente.

Finalmente nel 1762 i Gesuiti vengono espulsi dalla Francia, e si riprende la pubblicazione almeno dei volumi illustrati, di contenuto tecnico e non filosofico o politico, poi nei tre anni successivi vengono pubblicati altri volumi, con molte difficoltà, addirittura gli ultimi 10 volumi avranno nome dell'editore e luogo di stampa falsi, tra Diderot e l'editore Le Breton, che per prudenza autocensura alcune voci, sorgono dissensi, il povero editore passerà qualche giorno alla Basiglia, accusato di avere introdotto clandestinamente a Versailles alcune copie.

Si arriva addirittura ad un interminabile processo contro Le Breton, accusato dagli autori dell'opera di avere emendato dei testi,tradendo le premesse filosofiche ed editoriali affermate nell'introduzione.
Le copie vendute fino al 1782 sono 25.000, per i tempi e dato il costo astronomico dell'opera completa, fu un risultato clamoroso.
Prima del 1789 circolano per l'Europa ben 6 edizioni tra traduzioni, rifacimenti ed ampliamenti.

Vi u anche un'edizione italiana, La prima edizione in italiano dell'encyclopedie che fu stampata ne a Lucca a partire dal 1758.
Alla realizzazione partecipò anche l'erudito ecclesiastico locale Giovan Domenico Mansi, la cui collaborazione cessò ufficialmente al secondo volume per espressa volontà del Papa ma il Mansi, che diventerà arcivescovo di Lucca, continuò a scrivere in modo anonimo le note al testo e addirittura un elogio di Montesquieu, pubblicato nel quarto volume, pare che a causa di questo, si vide negata la nomina a cardinale.

L' Encicopèdie fu suddivisa in due parti, la prima di 28 volumi, 17 di testo e 11 di illustrazioni.
La seconda di 7, 4 di testo, una d'illustrazione e due di tavole generali.

Tra i collaboratori di questa titanica opera spiccano i nomi più noti delle scienze e delle arti francesi, essendo più di 140 (o 160) i collaboratori, mi limiterò a citarne alcuni:

Il Cavaliere Louis de Jaucourt, poliedrico Pico della Mirandola, studiò persino Teologia, ma si occupava di qualsiasi argomento, e pare lavorasse gratuitamente, fece un lavoro gigantesco, oltre 17.000 voci.

Paul Henri Thiry d'Holbach, filosofo, sotto lo pseudonimo di Jean-Baptiste Mirabaud, figura di spicco dell'Illuminismo radicale europeo.

Louis Daubenton, naturalista e medico, compilò moltissime voci di Storia Naturale.

Montesquieu considerato il fondatore della teoria politica della separazione dei poteri.

Anne-Robert-Jacques Turgot , economista e filosofo, Luigi XVI gli affiderà il controllo delle dissestatissime finanze e lui darà così vita al più organico tentativo di riforma conosciuto dalla Francia settecentesca, ma venne licenziato, e finì come tutti sappiamo.

Hélvetius, filosofo, attento studioso di Newton e Locke.

Jean-Jacques Rousseau, che si occupò di Musica ed Economia Politica

Voltaire, all'epoca già mitico esonente dell'Illuminismo, curò voci di Storia, Letteratura e Filosofia.

Il giudizio più “duro” lo diede forse lo stesso Diderot: Fra molti uomini eccellenti, ve ne stati anche di deboli, di mediocri e perfino di cattivi. A causa di questa discontinuità nell'opera si sono trovati abbozzi degni di scolari, accanto a parti magistrali; una stupidaggine accanto ad una voce sublime, una pagina scritta con forza, purezza, ardore, giudizio, ragione, eleganza sul retro di una pagina povera, meschina, piatta e miserevole.

Da notare che un simile giudizio lo si potrebbe tranquillamente rivolgere alla moderna WIKIPEDIA.

Ma l' Encicopèdie di Diderot e d'Alembbert, col suo ordine sistematico del sapere, il suo disincanto scientifico, che mette in discussione qualsiasi dogma ed ingerenza religiosa, la sua tolleranza verso ogni tipo di idea, l'apprezzamento per il parlamentarismo costituzionale inglese che aprirà la via delle future Democrazie, diventa il manifesto di un modo nuovo di pensare, e segna il confine di un'era nuova attraverso l'Illuminismo, ovvero attraverso la ragione dell'uomo senza rivelazioni esterne immutabili ed indiscutibili.
Cito che la definizione che ne diede Emmanuel Kant sia perfetta:

Considerazioni (molto) personali sull'Illuminismo

Cito la definizione che ne diede Emmanuel Kant, credo sia perfetta:

I'Illuminismo, è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso.
Minorità è l'incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro.
Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d'intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di far uso del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. SAPERE AUDE! (ABBI IL CORAGGIO DI CONOSCERE)
Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! È questo il motto dell'Illuminismo
(In Immanuel Kant, Risposta alla domanda: Che cos'è l'Illuminismo? 1748)

Faccio notare che nell'Illuminismo, di cui l'Enciclopèdie originale rappresenta il manifesto, si fa confluire spesso un numero elevatissimo di personaggi diversissimi tra loro e con idee varie e spesso contrarie, Voltaire definiva Rousseau “cane pazzo”, nell'Illuminismo si trova di tutto, e molti includono tra gli illuministi persino de Sade e la sua opera di cui lessi 3 opere, vincendo il disgusto, "La filosofia nel Boudoir (La Philosophie dans le boudoir) “ a volte viene citata come opera filosofico-illuminista, confesso che non arrivai alla fine, non avevo medicinali sottomano per scongiurare il vomito.
Tutto questo per dire che l'Illuminismo, mio amato riferimento ideale, NON è un'ideologia, è uno strumento per esaminare la realtà delle cose, l'affermazione del libero pensiero, ma come ogni strumento, anche per il pensiero il risultato dipende da chi lo usa, un martello può servire a costruire una libreria, o ad ammazzare il vicinio di casa.....e pensano i geni, le persone normali, gli stupidi ed anche i violenti ed i pazzi criminali.
Dall'illuminisnmo nacque Hegel, e da lui tutta la filosofia ottocentesca fino a Marx, Nietzche ecc.....

La libertà di pensiero è una bellissima cosa, basta che impariamo a non abusarne, e con questo concludo le mie personali, sindacabilissime, considerazioni.

Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai, è ciò che diventi.
Eraclito


Fonti:

Encicopèdie. la Bibbia del Nuovo Mondo – Enrico Ercole – Civiltà

I Borboni di Francia – Gabriele Mandel – Mondadori

L'Italia del Settecento – Montanelli , Gervaso – Rizzoli

L'Illuminismo – Dino Carpanetto, Margaret Gandee Jacob, Luciano Guerel – UTET

Edited by Romeottavio - 6/5/2022, 09:29
 
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view post Posted on 16/3/2019, 11:33
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la figura di d'Alembert è senza dubbio la più singolare tra gli Illuministi, che pure ebbero tutti vite singolari.
Figlio della marchesa di Tencin, femminista ante litteram e nota salottiera dopo essere riuscita a farsi "smonacare", e di un generale d'artiglieria fu abbandonato dalla madre pochi giorni dopo il parto.
Cresciuto prima in orfanotrofio e poi adottato non fu mai riconosciuto da nessuno dei genitori specialmente da sua madre che mai volle avere un contatto con lui.


Claude Guerin de Tencin, regina dei salotti parigini, scrittrice e mondana, madre naturale di D'Alambert


Inoltre nel 1773 grazie al suo viaggio in Russia Diderot trovò come sponsor per l'Enciclopedia nientemeno che Caterina di Russia, felicissima di poter investire in un progetto che le stava così a cuore
 
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