Assedio di Torino 1706 Trionfo dei Savoia, Nasce il regno che consentirà l'unità d'Italia

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view post Posted on 20/12/2019, 11:23
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Assedio di Torino 1706, Trionfo dei Savoia

L'Assedio di Torino segnò una data basilare per la Storia d'Italia, i Savoia misero in gioco la loro stessa esistenza come stato autonomo, avessero perso, il ducato si sarebbe dissolto, ma vinsero, e il ducato diventò un regno, non più dipendente dalla corona francese, che da questo momento perse ogni influenza in Italia, con conseguenze importantissime sulla Storia seguente, fino al Regno d'Italia.
Non fu una semplice battaglia, segnò una svolta negli equilibri del nostro paese.

Antefatti:
A Madrid, il 1° Novembre 1700, Carlo II, Asburgo di Spagna, moriva senza eredi.
A contendersi l'eredità la Francia del Re Sole e l'Impero Austriaco, che giunsero ben presto alle armi.
A fianco della Francia si schierarono la Baviera e il Ducato di Savoia,
Con l'Impero l'Inghilterra, Olanda ,Prussia e Portogallo.

Il duca di Savoia, Vittorio Amedeo II aveva aderito obtorto collo all'alleanza del vicino francese, che aveva sempre trattato il suo stato come un vassallo, quando nell'estate del 1701 l'esercito imperiale, comandato dal principe Eugenio di Savoia, cugino di Vittorio, invase la Lombardia, sconfiggendo le armate franco-spagnole, il duca vide la possibilità di uscire dalla subordinazione francese e intavolò iniziative segrete con gli imperiali, la cosa era molto azzardata, metteva in gioco il suo regno e la sua dinastia, in caso di sconfitta i Savoia sarebbero stati considerati traditori e sarebbero stati cancellati dalla Storia.

Il Ducato di Savoia cambia campo e si schiera con l'Impero Asburgico.
Il cambio di campo avvenne nel 1703, ma la Francia se lo aspettava ed iniziò subito una vasta offensiva ed una dopo l'altra tutte le piazzeforti sabaude capitolarono, Eugenio di Savoia in quel momento era impegnato sul Danubio a contrastare l'offensiva franco-bavarese che minacciava direttamente Vienna, quindi il Piemonte rimase isolato.
Dopo 2 anni di violenti combattimenti nell'Estate del 1705 i francesi arrivarono alle porte di Torino.
Eugenio di Savoia, rientrato in Lombardia era stato sconfitto dai francesi a Cassano d'Adda il 16 Agosto 1705, aveva dovuto ritirarsi ed era anche stato ferito.
Il comandante delle forze francesi, maresciallo de La Feuillade, pose l'assedio a Torino, ma non avendo artiglieria pesante, decise col consenso del Re di rimandare l'assalto alla primavera successiva.

Torino era ben difesa da solide e moderne mura, rafforzate da un complicato sistema di “controguardie” fortilizi a forma di freccia, che schermavano le difese principali dai cannoni nemici, la cosiddetta “traccia bastionata” ,con una poderosa cittadella pentagonale.
Altra difesa fu l'ampliamento della rete di gallerie che si estendevano dalla cittadella con gallerie di contromina, per individuare e distruggere le gallerie di mina francesi.
Furono stipate provviste per 5 mesi e messi a coltura tutti gli spazi disponibili in città, le strade vennero disselciate per evitare i rimbalzi e le schegge, ed i tetti ricoperti di zolle erbose contro i proiettili incendiari.

L'assedio di Torino.
Così, quando il 14 Maggio del 1706 La Feuillade tornò a Torino con i cannoni ed un nuovo esercito di 44.000 uomini e 230 cannoni, la città era pronta, e trovò una Torino alquanto diversa dall'anno prima, il maresciallo de Vauban, forse l'ingegnere militare più valente dei suoi tempi, consigliò di attaccare la città da Sud e da Est, La Feuillade fu di diverso avviso, decise di attaccare da Ovest, il lato della cittadella, sicuro di avere i mezzi per distruggerla velocemente, e caduta quella, Torino sarebbe caduta, fu probabilmente il fattore tempo ad influenzarlo, Eugenio stava arrivando, ed anche lui aveva un esercito rinforzato, anche conquistando la città, la cittadella avrebbe potuto resistere autonomamente per mesi.
Torino fu completamente isolata con opere di vallazione rivolte verso le mura, e controvallazione contro eserciti di soccorso.
Nel frattempo Vittorio Amedeo, il 16 Giugno, manda a rifugiarsi nella Repubblica di Genova tutta la famiglia, e il giorno dopo, radunata la cavalleria, 3,000 uomini, la guidava fuori città, prima che fosse completamente circondata, verso le zone ancora libere a Sud, per raccogliere aiuti e per organizzare la guerriglia, in città rimase il maresciallo imperiale Virico Von Daun con circa 10.000 uomini.
Due giorni dopo iniziarono i primi bombardamenti, nei mesi successivi vennero rovesciati sulla città 150.000 proiettili di tutti i tipi, mentre proseguiva il bombardamento le trincee avanzavano verso le mura e le gallerie di mina si insinuavano sotto di esse, in una guerra sotterranea terribile, dove si cercava a tentoni di eliminare le gallerie nemiche, i francesi per scalzare le difese della cittadella e i piemontesi per distruggere le postazioni e le artiglierie francesi.
I primi frutti giunsero ad inizio Agosto, dopo giorni di feroce guerra sotterranea i francesi il 5 del mese presero una porzione esterna delle difese, al costo di 300 caduti, ma ormai erano giunti a ridosso della cittadella e potevano schierare le artiglierie a distanza ravvicinata.
Nel frattempo il duca di Orleans cerca in ogni modo di rallentare l'avanzata di Eugenio di Savoia,cui giungono in continuazione richieste di soccorso da parte del Daun, comandante di Torino.

Eugenio di Savoia, respinto l'anno prima, sapeva che questa volta non poteva fallire, una terza occasione era impossibile, con un'armata da lui bene organizzata, ormai sa che non c'è più tempo, deve correre, il 6 Luglio 1706 con un diversivo elude la sorveglianza francese e riesce a traversare l'Adige, e dopo avere ripetutamente sconfitto le truppe del duca di Orleans, frettolosamente mandate a fermarlo, iniziò una frenetica marcia verso Torino, lungo la riva meridionale del Po, incurante delle “regole” delle guerre settecentesche, abbandonò volontariamente le regolari linee di rifornimento, un grosso rischio, ma ben calcolato, dato che si rivelerà vincente.

Il 24 Agosto i sabaudi annientano, con una galleria di mina 4 batterie di breccia francesi, che stavano sgretolando la zona più danneggiata delle mura e con rapide azioni d'attacco conquistano alcune trincee, La Feuillade, dopo aver riconquistato a fatica le posizioni il 26 rinnova l'attacco, ora è lui che riesce a fare esplodere potenti mine che fanno tremare tutta Torino, un tratto di mura cede e cade ne fossato, i francesi lo raggiungono con scale e fascine e cercano di entrare, i granatieri sabaudi si lanciano al contrattacco nel fossato e ricacciano gli assalitori, la battaglia continua di notte, alla luce degli incendi e delle esplosioni, e a questo punto avviene un disastro, una bomba colpisce la santabarbara torinese, ma i francesi non se ne avvedono e interrompono l'attacco quasi contemporaneamente, quando si riorganizzeranno sarà tardi, gli incendi della santabarbara vengono spenti e la breccia viene riparata come si può e fortemente difesa.
Il 27 si combatte un'altra tremenda battaglia, ma alla fine i francesi vengono respinti, l'assedio durerà altri 11 giorni, il 29 Agosto Pietro Micca si sacrifica facendo saltare un cunicolo attraverso cui un'avanguardia francese stava penetrando in città.
Intanto il duca d'Orleans, per una serie di errori non è riuscito a fermare gli imperiali che stanno avanzando, e distacca parte delle sue truppe a Torino, convinto che possa cadere prima degli arrivi dei soccorsi.
La Feuillade il 31 Agosto gioca la sua ultima carta, lancia un attacco di massa, ma durante l'attacco una vasta mina torinese che fa saltare in aria cannoni e granatieri francesi, risolve la giornata, sbigottiti gli attaccanti fuggono, nonostante le esortazioni degli ufficiali.

Due giorni prima Vittorio Amedeo ed Eugenio si erano ricongiunti, con le loro truppe, vicino a Carmagnola, non si vedevano da 10 anni, e si dirigono sul colle di Superga, che domina la città, per studiare un piano d'attacco, vista direttamente la situazione, si accorgono che le difese della città non possono reggere ulteriormente, e decidono un attacco frontale diretto.
I francesi di La Feuillade e del duca di Orleans ammontavano a circa 45.000 uomini, di cui 10.000 a cavallo, Gli imperial-piemontesi si dice a 30/35.000, comprese le forze di difesa torinesi, ma solo 24.000 sono veri soldati, di cui 6.000 a cavallo, gli altri sono popolani in armi.

Martedì 7 Settembre 1706 è il giorno della battaglia finale.

L'ala sinistra avanza verso i francesi, ma è troppo rapida e scoordinata ed è costretta a ripiegare, si ricomincia con l'artiglieria, quindi l'assalto frontale, con varia fortuna, la prima linea vacilla, interviene a dar man forte la seconda, ma la situazione è in stallo.
Sarà Vittorio Amedeo a risolvere lo stallo, i suo ussari lo informano che lungo la Stura c'è una lingua di ghiaio che i francesi non hanno fortificati, convinti fosse inagibile.
Con gli assari ed alcune compagnie di granatieri si precipita in quella direzione ed attacca i francesi al fianco di sorpresa.
Contemporaneamente contemporaneamente il principe Leopoldo I di Anhalt attacca di fronte con i suoi prussiani, i franco-spagnoli del duca d'Orleans, presi tra due fuochi cedono, ma il fronte è squilibrato, in alcuni settori i francesi paiono prevalere, Eugenio di Savoia deve intervenire personalmente con la cavalleria per tamponare, e rischia grosso, il suo cavallo viene ucciso rovinando a terra, ma il nemico viene fermato.
Davanti ad un contrattacco anche Vittorio Amedeo deve smontare da cavallo con la sua guardia e difendere la posizione, il duca d'Orleans viene ferito due volte, ed il maresciallo Marsin riceve ferite che lo porteranno alla morte.
La battaglia resta incerta, ma dalle mura di Torino escono in massa i resti della guarnigione guidata dal conte Virico Daun (vero nome Wierich Von Daun), 5.000 soldati e 8.000 popolani armati ed attaccano i francesi alle spalle, e comincia l'effetto domino, il fronte degli assedianti si sfalda, anche i francesi non ancora impegnati in battaglia prendono la fuga, in 3 quarti d'ora la battaglia diventa una completa rotta franco-spagnola, a mezzogiorno la battaglia è finita, e la sconfitta francese è umiliante, le cavallerie imperiali e savoiarde non hanno pietà, attaccano i fuggitivi per tutto il percorso di fuga, quanti siano state le vittime nel travagliatissimo percorso verso la Francia dell'esercito sconfitto non lo sapremo mai.

I Savoia, con i principi ed i duchi alleati entrano in Città tra l'entusiasmo popolare e nel Duomo ringraziano Dio per la vittoria, poi raggiungono la cittadella e sugli spalti il duca si inginocchia in preghiera.
Nella battaglia 52 ufficiali e 892 soldati sono morti tra le forze imperiali-piemontesi182 ufficiali e 2.120 soldati feriti.
I galloispanici hanno avuto 2.000 caduti e 6.000 prigionieri, senza contare quelli annegati nel Po e nella Dora, che si dice fossero molti.
L'esercito del Re di Francia, composto originariamente da 45.000 uomini, quando raggiunse le linee francesi ne contò meno di 19.000.

Torino è a pezzi, ma salva, da questo momento il Re Sole perde ogni territorio ed influenza militare in Italia.
Con la pace di Utrecht, sette anni dopo, il Piemonte si libera definitivamente della sudditanza francese, i Savoia si riappropriarono del contado di Nizza, ricevettero la Sicilia (e con essa il titolo di Re), che in seguito venne sostituita dalla Sardegna, il Monferrato, Alessandria, Valenza, tutta l'alta Val di Susa, Pinerolo e parti del territorio milanese.
Da questo momento il Regno di Sardegna diventa una potenza indipendente in Italia, ed alcuni fanno iniziare qui, il Risorgimento Italiano.

Fonti:

L'Assedio di Torino – Fabio Galvano – Storica, National Geographic

Il Seicento e il Re Sole – autori vari – UTET

L'Italia del Seicento – Montanelli, Gervaso - Rizzoli

I borboni di Francia – Gabriele Mandel – Mondadori

Gli Asburgo II° vol. - Vittoria Vandano – Mondadori

Assedio di Torino – Nicola Zotti - Civiltà
 
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