Vespasiano Gonzaga Duca di Sabbioneta, Campione del rinascimento italiano, o Barbablù della Val Padana?

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view post Posted on 27/12/2019, 10:47
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Vespasiano Gonzaga Duca di Sabbioneta
Campione del rinascimento italiano, o Barbablù della Val Padana?

Sabbioneta è ancora ai nostri giorni una perla di architettura rinascimentale, ora patrimonio UNESCO dell'umanità, fu concepita e realizzata da un uomo che per tutta la vita la volle come ancora oggi possiamo vederla, ma di Sabbioneta dirò poco o niente, ci vorrebbe un trattato di architettura, e qui non mi pare il caso, dato che la sua storia è interessante quanto la sua città, e rappresenta un esempio di Hidalgo spagnolo del XVI sec. di grande successo, cercherò di raccontarla in questo mio scritto:

Il nostro “eroe” apparteneva ad un ramo minore dei Gonzaga, la madre era una Colonna, Isabella, il padre era Luigi, detto Rodomonte come il personaggio dell'Orlando Innamorato, per la sua prestanza fisica,un cronista scrisse: “Da natural forza aiutato, ogni grosso ferro di cavallo con le mani apriva”, capitano di ventura al servizio dell'impero, aveva partecipato con Ferrante Gonzaga al sacco di Roma del 1527, dove non razziarono solo i lanzichenecchi, il Guicciardini dice che gli italiani non furono da meno, probabilmente la “galleria degli antichi”(seconda per lunghezza solo agli Uffizi) di Sabbioneta era piena di souvenir di Roma, passato poi al servizio del Papa, la sua forza non gli servì, nel 1532 venne colpito da una palla d'archibugio mentre espugnava Vicovaro contro Napoleone Orsini, ribelle al Papa, morì per l'infezione poco dopo, a 32 anni.
Così Vespasiano(Fondi, 6 dicembre 1531 – Sabbioneta, 26 febbraio 1591) ad un anno d'età, eredita dal padre una serie di piccoli territori, tra cui Bozzolo, Rivalta e Sabbioneta, che al tempo era solo una rocca difensiva con poche case a far da borgo.
Fu allevato dalla zia Giulia, sorella di Rodomonte, una delle più belle, colte ed intelligenti donne del suo tempo, cosa rarissima essere bella per una Gonzaga, in genere bruttissime e spesso con la gobba, sposò il potente Verpasiano Colonna, mentre Rodomonte ne sposò la sorella, per questo il nostro personaggio fu chiamato così, e si firmerà sempre Gonzaga Colonna.
Praticamente abbandonato dalla madre, fu affidato per decreto papale alla bella, colta zia,, interessantissimo personaggio che mi propongo di trattare in altro scritto, , una volta cresciuto, per toglierlo dall'influenza e dal pericolo della famiglia Colonna, che dalla sua morte avrebbe avuto notevoli interessi ereditari, lo invia, seguendo l'usanza di spedire i rampolli delle famiglie nobili presso le corti europee, allo scopo di migliorare la loro educazione e come atto di sudditanza alla corona alla corte di Carlo V, che lo assegna come paggio d'onore al figlio Infante di Spagna, il futuro Filippo II, di cui diverrà fidato collaboratore, sia come diplomatico che soprattutto come generale esperto sia in assedi, ne compirà ben 5 , che in costruzioni miliari, esistono ancora sue imponenti fortificazioni ancora visibili a S. Sebastiano e a Cartagena, ed ovviamente progettò lui le mura a stella di Sabbioneta, e la ristrutturazione dell'antica rocca, ora purtroppo scomparsa.
La sua carriera fu molto rapida, godette di fama e protezione da parte della corte spagnola, dell'imperatore asburgico e del Papa, a questo punto decide di realizzare la città perfetta: Sabbioneta, Vespasiano la realizzò completamente nell'arco di circa trentacinque anni dal 1556 sino alla sua morte.
La progetta in ogni sua parte e ne controlla la realizzazione ogni volta che torna dai suoi impegni militari o diplomatici, che furono molti, ebbe importanti missioni diplomatiche in Spagna e a Praga, e fu anche governatore del Monferrato per volere del cugino Guglielmo, duca di Mantova.
Come generale combatte per la Spagna nella guerra contro Parma, fronteggiando in Piemonte le truppe francesi e nel Lazio il duca di Guisa, poi nel 1577 è nelle Fiandre, turbolento possesso spagnolo, e qui viene nominato Grande di Spagna e comandante delle truppe in Italia, con cui combatte in Piemonte, assicurando ai Gonzaga il possesso del Monferrato, combattè anche una rivolta di mori nel sud della Spagna.

Grazie ai suoi successi ottenne l'innalzamento di Sabbioneta in ducato autonomo nel 1577, dall'imperatore Rodolfo II d'Asburgo, il che significa che, almeno nominalmente per l'impero era un monarca assoluto ed indipendente tanto quanto il duca di Mantova o qualunque altro regnante.
I suoi feudi comprendevano: in ambito imperiale, nell'Italia settentrionale, il Ducato di Sabbioneta, il Marchesato di Ostiano, la Contea di Rodigo e le Signorie di Bozzolo, Rivarolo Mantovano e Commessaggio; in ambito spagnolo, nell'Italia meridionale, il Ducato di Trajetto, la Contea di Fondi, la Baronia di Anglona, le Signorie di Turino e Caramanico.
Nella sua piccola capitale era ospitata una piccola comunità ebraica, ampliata da Vespasiano con l'apertura di una stamperia scientifica gestita da ebrei, e, cultore di Vitruvio e degli antichi testi greci, promosse una comunità di studiosi detta “Accademia di umanità”, famosa anche la biblioteca ducale, che fu dispersa alla sua morte.

Veniamo ora alla storia personale di Vespasiano, decisamente meno brillante e piena di ombre.

Aveva solo 18 anni quando nel 1549 si innamorò di Diana De Cardona, una giovane nobile siciliana che aveva conosciuto in quanto promessa sposa di suo cugino Cesare Gonzaga, fuggirono insieme e si sposarono a Piacenza per poi condurla subito a Sabbioneta, prevedendo le reazioni della famiglia della sposa ed anche della sua, ci vollero venti mesi prima che il Re di Spagna mettesse pace e concedesse il permesso di ufficializzare il matrimonio.
In questo periodo Diana restò incinta, ma il bimbo nacque morto e pare che anche Vespasiano sia rimasto a letto per mesi a causa di una malattia, una volta guarito riprese le sue funzioni militari lasciando la povera Diana sconsolata e sola in una Sabbioneta in costruzione, dove in pratica c'erano quattro case ed una vecchia fortezza militare e null'altro.
Così, tra campi militari e brevi ritorni alla città in costruzione passarono altri otto anni, fin quando l'8 Novembre 1559 Diana morì, ne diede annuncio vespasiano alla cara zia Giulia con una lettera: E' piaciuto a Dio di chiamare a sé mia moglie per apoplessia, senza che potesse esprimere parola.
Alla cosa non credette nessuno, la faccenda divenne di dominio pubblico, con particolari orrendi.
Pare che Diana aspettasse un figlio adulterino ed avesse una relazione nota con Annibale Ranieri, un piccolo nobile della zona, che improvvisamente sparì, le voci di non pochi cronisti dicono che fu ucciso ed il suo corpo fu portato in una segreta dove fu rinchiusa anche Diana con un'ampolla di veleno, fin quando, col cadavere in decomposizione, non lo bevve.
La cosa è tanto esagerata che fa venire qualche dubbio sulla veridicità, ma sta il fatto che qualche anno dopo fu trovato con la gola tagliata anche Raniero Ranieri, il figlio di Annibale, che avanzava dubbi sulla fine del padre.
Comunque il nostro duca si mise l'animo in pace, e nel 1564 si risposò nientemeno che con una giovane cugina di Filippo II, che a quanto si disse scatenò un altro amore appassionato come il primo, grazie ai soliti buoni uffici del Re si vinsero le renitenze della famiglia ed il matrimonio si celebrò a Sabbioneta in gran pompa, ma tre anni dopo altro colpo di scena, la bella aragonese si ritira in un eremo a Rivarolo e dopo pochi mesi, senza ricevere neppure i figli, un maschio ed una femmina, muore.
Il duca, che non era mai andato a visitare l'”autoreclusa” non scrisse neppure ai parenti,
Della faccenda resta una lettera scritta da Vespasiano al Rota, un amico: I conforti degli amici mi son cagione di tormento, che mi fa dei beni della terre se mi fallan quelli dell'anima? L'affetto voglio dire dei miei cari? Fuori di casa onori al mio nome, dentro irriverenza e talora, anche vergogna.
Ovviamente non ci volle molto alla vox populi per trarre le conclusioni, giuste o malevoli che siano, anche perchè non è finita, continua come in una tragedia shakespeariana.
Anni dopo, venuto in diverbio col figlio quindicenne, che risponde male ad un rimprovero in presenza di amici, gli scaglia un calcio nel basso ventre, ne venne fuori, si disse, un'ernia che lo portò alla morte.
Pare che quest'ultima tragedia portasse il Duca in uno stato di completa frustrazione, ma non gli impedì di sposarsi la terza volta nel 1581 con Margherita Gonzaga di Guastalla, di 19 anni, il duca,ormai stanco ed ammalato di sifilide, dopo il matrimonio non lasciò più la sua amata città, ma a causa forse della malattia, non ebbe altri figli.
L'eredità passò alla figlia superstite, ma la dinastia si spense.
 
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